
Ginny e Georgia
Avevo appena finito il surreale e molto divertente “The Good Place” che è stato anche una specie di ripassino della storia della filosofia grazie al professorino di etica che è uno dei protagonisti della serie e, tra le nuove proposte Netflix, c’era questo “Ginny e Georgia” con una nuova terza stagione e lì mi sono reso conto di essere un po’ rimbambito perché ho dovuto guardare tre puntate prima di rendermi conto che le prime due stagioni le avevo già viste.
Per chi non ha visto le prime due stagioni o, come me, non se le ricorda bene facciamo un piccolo riassunto: Georgia (Brianne Howey e Nikki Roumel nelle scene da giovane) è la madre di Ginny ( Antonia Gentry) e di Austin; la sua vita è stata bella incasinata: scappata di casa a quattordici anni per non subire più abusi dal patrigno, madre di Ginny a quindici e, da quel momento, una serie di avventure al limite del noir, un altro figlio con un nuovo marito poi finito in galera per truffa, nuovo matrimonio, con lo sposo che, a un certo punto, mette gli occhi su Ginny, morte del medesimo a causa di un incidente molto sospetto, trasferimento in una cittadina, simile a quella di “Una madre per amica “, dove, finalmente, sia Georgia che Ginny si creano una nuova vita, con amicizie ed amori nuovi, al punto che, sul finire della seconda stagione, Georgia sposa il sindaco della città ma, colpo di scena, proprio durante la cerimonia viene arrestata con l’ accusa di omicidio di un uomo malato terminale. La terza stagione è tutta un susseguirsi di colpi di scena per liberare la donna dal carcere.
Non rivelo ovviamente il finale anche perché le ultime battute fanno presagire l’arrivo di una quarta stagione.
“Ginny e Georgia” è un opera incentrata, da una parte, sui disagi dell’adolescenza per cui ritroviamo in Ginny e nei suoi amici, tutti quei disagi come l’ alcolismo, la bulimia, l’autolesionismo, l’uso di droghe, la non accettazione del proprio corpo, l’outing della propria omosessualità, l’incomprensione; dall’altra vediamo gli “adulti” che si arrabattano con i loro egoismi e con il perbenismo delle piccole città di provincia.
Giorgia, faccia d’angelo, ma spietata come un diavolo nel difendere i propri figli e se’ stessa, primeggia su tutti gli altri con la sua morale molto molto personale.
Interessante da vedere per chi ama le serie non troppo mielose.
Trailer ufficiale del serial:
https://www.youtube.com/watch?v=0RzxXBhaKhQ
