
L’amicizia e le variazioni dell’amore
In tempi non certo amorevoli può far bene godersi un film che parla d’amore, non si tratta di amore fraterno, né filiale, né platonico ma passionale. E la passione è al centro dell’opera francese di Emmanuel Mouret intitolata Tre amiche.
Siamo a Lione: la città, una scuola, un bar ci vengono presentati da una voce fuori campo, scopriremo in seguito a chi appartiene. La stessa voce ci introduce le amiche protagoniste del film. Sono tre donne che si avviano verso la mezza età, e che forse per questo, cominciano a fare i conti con la loro esistenza. Tra mille titubanze, di una cosa paiono certe: non vogliono rinunciare a sentirsi vive.
Due sono insegnanti e sposate, la terza è single e in cerca di un amore stabile. Tutto ha inizio quando Joan, che insegna inglese, si accorge di non essere più innamorata del consorte, si tormenta, le sembra di ingannarlo, lui è innamoratissimo e lei non sa come dirglielo.
Alice, la collega amica, la rassicura: l’amore si trasforma. Anche lei forse non è mai stata innamorata del marito, almeno non quanto lo è stata dei due partner che l’hanno preceduto, ma finge di esserlo, lui è così premuroso e affettuoso, e tutto alla fine va a gonfie vele.
Rebecca, artista che si arrabatta nella professione e nella vita, ha una relazione con un uomo sposato (il signor X) e perciò lo vede quando lui è disponibile, non sempre riesce a raggiungere le amiche. Scopriremo che l’uomo, ha molto a che fare con una delle due amiche.
Si temporeggia fino a che Joan rivela i suoi sentimenti all’appiccicoso marito, le conseguenze saranno tragiche (non per lei). Quanto ad Alice, sogna un numero di telefono per più notti e scopre che corrisponde a quello di un famoso pittore che va a incontrare. E Rebecca? Realizza che il suo amante, forse, non se la sente di impegnarsi con lei e rompere con la moglie, si è ingelosito scoprendo che anch’ella ha una liason.
In questo genere di film il caso gioca una parte importante. Vuoi vedere che il nuovo insegnante, il nuovo vicino, quello che risponde a un numero sognato o quello che su un sito di incontri ha millantato di essere un adone alla fin fine?
Insomma, nel film, come nella tradizione del marivaudage (dal commediografo settecentesco de Marivaux), assistiamo a contraddizioni, segreti, inganni, saltafossi, illusioni e conseguenti delusioni. Con arguta leggerezza il regista dà vita a una commedia che richiama sia Rohmer sia Allen. I dialoghi (è un film molto parlato) brillanti e in punta di penna si concentrano sul mistero che soggiace alla nascita o alla morte di un amore. Nella routine di ciascuna (lavoro, una figlia Joan) questo sentimento sembra aver acquisito un grande peso. La passione, si sa, travolge tutto, rompe gli equilibri e le tre amiche paiono pronte a gettarsi in nuove avventure e allo stesso tempo restie. Tutto sembra aggrovigliato anche quando la situazione un attimo prima sembrava liscia. Difficile vederci chiaro.
C’è solo un mancato protagonista, il narratore, l’uomo della voce fuori campo all’inizio, che dal suo punto di vista particolare, sembra farlo.
Ottima sceneggiatura e ottimo cast.
Trailer ufficiale del film:
https://www.youtube.com/watch?v=dVr6qfOpCEg
