
Ricordando Elisa e i giovani amanti toscani
«Negli ultimi mesi ci sono state drag queen, pornoattori e attivisti di estrema sinistra che diffondevano materiale discutibile e senza alcuna competenza pedagogica e scientifica. Vorremmo evitare quanto accaduto in passato: attivisti di estrema sinistra in classe che parlano a bimbi di 6 anni di fluidità sessuale, binarismo sessuale e transizione di genere, argomenti non adatti a quell’età».
Sorvolando sulle fonti e la veridicità di queste notizie che risultano quasi comiche, ecco le parole e le motivazioni del deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura e relatore del ddl Valditara, che hanno accompagnato un incredibile emendamento che elimina di fatto dalle scuole italiane la possibilità di trattare argomenti che attengono alla vita sentimentale e sessuale dei giovani studenti.
Si tratta di un’ulteriore e grossolana stretta al ddl dell’attuale ministro leghista Valditara che già riportava la questione ad un epoca precedente il 2012 quando nel nostro Paese sono state introdotte timide norme e pavidi metodi per trattare il tema della sessualità consapevole e tutelata. Ecco, da poche settimane in Italia è proprio vietato promuovere una qualche forma di educazione sessuale e affettiva nelle scuole elementari e medie inferiori, mentre per farlo nelle superiori – non in orari scolastici! – è necessario avere l’autorizzazione dei genitori ai quali verrà sottoposto il programma per avere la loro approvazione.
D’altronde sono anni che il Salvini ripete che non può accettare che a sua figlia in un ambito scolastico si parli di penetrazione e cose simili… mostrando nel suo dire come sia possibile confondere pornografia con educazione sentimentale. Più ‘ufficialmente’ la Lega sostiene che tali tematiche dovrebbero essere affrontate dal nucleo familiare e non dall’istituzione scolastica.
Così l’Italia si conferma in Europa – non sola ma in compagnia di Bulgaria, Cipro, Lituania, Polonia e Romania – con la mancanza di un programma di educazione sessuale obbligatoria nelle proprie scuole.
E il partito di Giorgia, tanto donna, madre e cristiana che fa? Si occupa d’altro: i senatori Lucio Malan e Salvo Pogliese hanno presentato un emendamento a modifica del codice della strada, per l’abrogazione di tre commi contenuti in una norma del 2021 che stabilisce il divieto «Sulle strade e sui veicoli di qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto proponga messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali». Malan e Pogliese nel sostenere la loro iniziativa in nome e per conto del loro partito, Fratelli d’Italia, ci spiegano che bisogna eliminare quel divieto perché limita la libertà di espressione. Libertà ben rappresentata dall’esempio qui mostrato.

In Italia, la nazione – direbbe l’attuale presidente del Consiglio – dove ogni tre giorni muore una donna per femminicidio, la storia della mancata educazione sessuale inizia nel 1975, quando il comunista Giorgio Bini presentò la prima proposta di legge per introdurla nelle scuole; alla sua proposta sono seguiti nel tempo altri sedici disegni di legge, il tutto senza esito alcuno. Questo grande vuoto legislativo ha fatto sì che le regioni e i singoli istituti si sono ‘arrangiati’ ognuno per se, con la conseguenza di profonde disuguaglianze soprattutto tra nord e sud.
L’Organizzazione mondiale della sanità fin dal 2010 ha fortemente raccomandato di mettere in atto dei seri programmi di educazione sessuale e affettiva fin dalla tenera età dei cittadini, allo scopo di fornire conoscenze scientificamente corrette e sviluppare competenze sociali ed emotive.
Eppure, nel 2025 in Italia e in altre parti del mondo occidentale, stiamo vivendo una sorta di involuzione oscurantista sotto lo spauracchio della “confusione sessuale voluta dalla sinistra”… concetto ridicolo se non fosse tragico nella sua manipolazione delle destre sovraniste.

Se tra i lettori c’è qualcuno disposto a farsi una full immersion nel tema tutto italiano dell’analfabetismo sessuale così largamente diffuso e foriero di delitti spaventosi, consiglio la visione di due serie televisive attualmente disponibili su Netflix.
Quella appena pubblicata sulla piattaforma titola “Il mostro” ed è riferita ai fatti ormai antichi delle note e oscure vicende del serial killer di Firenze. La serie di Stefano Sollima – lo stesso regista della serie Gomorra – si caratterizza per la quasi maniacale fedeltà ricostruttiva degli eventi e le ambientazioni originali.
I quattro episodi al momento disponibili arrivano solo a sfiorare il ‘personaggio’ Pacciani forse trattato in episodi futuri. Tuttavia, si individua chiaramente la figura che ha innescato la sequenza infinita di efferati e crudeli assassinii ai danni di giovani coppie di amanti, forse colpiti anche da emulatori o un numero sorprendete di ‘colpevoli’ materiali e morali. Il tutto in un universo agreste maschile, rurale, arcaico, violento, patriarcale, davvero senza una minima alfabetizzazione emotiva e sentimentale.
La seconda serie televisiva che raccomando per la catarsi completa – già trasmessa in prima serata su RAI 1 nel 2023 – disponibile attualmente su Netflix, titola “Per Elisa” e narra le vicende italianissime e tragiche di Elisa Claps, giovane fanciulla appartenente a una famiglia modesta e perbene di Potenza, uccisa nel solaio di una chiesa parrocchiale e poi lì nascosta per 17 anni fino al suo ritrovamento grazie alla determinazione del fratello mai arreso, neppure di fronte a omertà, depistaggi e indolenze di investigatori, giudici, vescovi, parroci, notabili cittadini e leggi arretrate e inefficaci.
La serie diretta da Marco Pontecorvo, basata sul libro “Sangue sull’altare” di Tobias Jones, è stata realizzata con la consulenza della famiglia Claps che ha ricevuto un compenso che è stato interamente destinato alla realizzazione di un ambulatorio dedicato a Elisa a Goma, in Congo, onorando il desiderio della ragazza di diventare medico e partire per l’Africa.
Qui la chiave del crimine sta nelle mani e nella testa di un giovane maniaco seriale (Danilo Restivo), figlio di un potentato locale, e nelle protezioni che lo stesso e la sua famiglia anaffettiva ha ricevuto dal perbenismo e ipocrisia locali.
Trailer ufficiale de “Il mostro”:
https://www.youtube.com/watch?v=T6-TRg5GXzs
Trailer ufficiali di “Per Elisa”:
https://www.youtube.com/watch?v=hZkv4OI2gsk
https://www.youtube.com/watch?v=SZ2J2EAozDc
https://www.youtube.com/watch?v=qzCmPjnbkiM


