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La ricreazione è finita

Tempo di lettura: 3 minuti

La ricreazione è finita di Dario Ferrari (Sellerio) è la storia di Marcello Gori un trentenne viareggino che sa soprattutto cosa non vuole: occuparsi del bar del padre. Non ha un vero lavoro, galleggia, resiste anche alle pressioni della fidanzata, medico, di convivere. Cerca, insomma, di prolungare la sua vita di adolescente fuori tempo massimo praticando lo sport del rinvio delle decisioni importanti. Così il protagonista descrive quel periodo della sua vita: Al giro di boa dei trenta, riflettevo, i miei genitori avevano fatto un sacco di cose – figli, lavori, mutui, animali domestici – i miei nonni avevano fatto la guerra e ricostruito il paese e i miei bisnonni erano morti per la spagnola. Io non solo non avevo fatto nemmeno una di queste cose, ma mi sembravano tutte inconcepibilmente lontane dai miei orizzonti.

Tuttavia, mi ero sempre detto, è oggettivamente assurdo paragonare le generazioni tra di loro. Nonni e bisnonni dovevano fare le cose in fretta, prima che un bombardamento o il vaiolo li strappassero agli affetti dei loro cari, e i nostri genitori non avevano Internet, Ryanair e Porn Hub: ad un certo punto le opzioni si esaurivano e restavano famiglia e carriera. Ogni generazione fa storia a sé: noi abbiamo un‘adolescenza ventennale ma sappiamo fare cose che i nostri nonni se le sognavano, come prenotare una vacanza in dieci minuti e memorizzare un numero vertiginoso di combinazioni di tasti per giocare a Pes
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Per scherzo o, forse, per spirito di contraddizione verso il padre, Marcello partecipa a un concorso di dottorato in Lettere dell’Università di Pisa, non ha una chance eppure per un caso fortuito vince la borsa. Si ritrova col professor Sacrosanti, direttore del dipartimento di italianistica e bestia nera della facoltà, che ignora i suoi interessi (la letteratura tedesca), le sue esperienze pregresse e gli assegna una tesi di dottorato sullo sconosciuto Tito Sella.

D’altra parte il mondo universitario ha regole, non sempre comprensibili e condivisibili, ma dettate da chi detiene il potere. Sella era un giovane intellettuale degli anni ’70, viareggino anch’egli, faceva parte di un gruppo di terroristi, la Brigata Ravachol, che su modello delle Brigate rosse, conduceva la lotta armata sul territorio locale. Tra le sue imprese si ricorda un’azione al Carnevale viareggino con l’incendio di un carro. Persino i genitori di Marcello lo ricordano vagamente, insomma un terrorista e uno scrittore che non aveva lasciato un gran segno. Dopo un’ultima azione Sella era fuggito in Francia. Lì aveva trascorso gli ultimi anni in prigione e aveva prodotto alcune opere letterarie tra le quali Agiografie infami e La Fantasima, la presunta autobiografia mai ritrovata e di grande interesse per il “barone” Sacrosanti.

Nella Biblioteca nazionale di Parigi Marcello deve cercare documenti e inediti di Sella. Vorrebbe stare a Pisa o a Viareggio, continuare a procrastinare, ma controvoglia si trasferisce a Parigi. Nella città Marcello incontra un gruppo di éxpat riuniti intorno a un vecchio militante di Autonomia operaia, anch’egli in Francia per non pagare i conti con la giustizia. Proprio da questi incontri trova il filo rosso per la sua tesi. Man mano che trova documenti, il ricercatore sviluppa un’empatia con Sella, ne comprende limiti, debolezze e titubanze.

Di pari passo con il racconto della vita di Sella, l’autore ci racconta quella del ricercatore riluttante Gori e le sue disavventure parigine. Involontario detective, Marcello Gori acquisisce informazioni sulla vita di Tito Sella che ne danno un’immagine diversa da quella del terrorista duro e puro, votato alla causa della lotta armata. Era questo che voleva Sacrosanti nell’assegnargli la tesi su un dimenticato terrorista/scrittore? Il libro specie nel finale riserva al lettore alcuni colpi di scena. Nel testo l’autore, Dario Ferrari, affronta vari generi: il romanzo di formazione, quello sul mondo universitario, il romanzo nel romanzo e persino il giallo il tutto condito con ironia e sarcasmo.

La ricreazione è finita ha ricevuto il Premio Flaiano Narrativa 2023.

L’autore Dario Ferrari è nato a Viareggio nel 1982, ha studiato filosofia a Pisa dove ha conseguito un dottorato di ricerca. Il suo primo libro di narrativa è La quarta versione di Giuda (2020).

Nella foto, un carro allegorico del Carnevale di Viareggio

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