Empatia, una questione di politica
Si chiama Klassens tid ed è una materia obbligatoria che nelle scuole danesi si insegna come la matematica, le scienze, l’inglese: dal 1993. Klassens tid potrebbe essere tradotto in “Lezione di empatia”, ed è pratica settimanale per gli studenti del paese di Andersen e della sua Sirenetta, dai 6 ai 16 anni di età.
Le lezioni consistono in un vero e proprio laboratorio dove si sviluppano le competenze sociali e emotive dei ragazzi, con momenti di ascolto, condivisione, scambio, comunicazione utili per accrescere consapevolezza di sé e costruire relazioni di qualità con gli altri.
L’empatia è una capacità sensibile che ci pone nella condizione di sentire e risuonare con il sentire dell’altro. Ci mette nella sua prospettiva, nel suo essere. E’ la chiave della comprensione, della compassione, del reciproco supporto, della crescita personale. In Danimarca tutto questo è, come detto, materia scolastica e educativa, ritenuta importantissima nelle relazioni sociali e nelle interazioni professionali. Non solo, tutto questo ha a che fare con la felicità. Ma, con quali risultati concreti?
La Gallup, una società globale di analisi e consulenza a servizio degli stati e organizzazioni mondiali, ogni anno stila un report che riguarda, a loro dire, il 99% della popolazione adulta mondiale, il World Happiness Report, il rapporto mondiale sulla felicità. In agosto è stato pubblicato il report 2023 con dati peraltro coerenti con le edizioni precedenti. Ecco, la Danimarca è al secondo posto, dopo la Finlandia. Comunque tra i primi dieci paesi più felici del mondo, risultano sempre quelli nordeuropei che notoriamente spiccano per civiltà e, appunto, attenzione alla crescita delle persone. Il sondaggio World Poll comprende più di 100 domande globali e elementi specifici per regione. Ciò consente di tenere traccia dell’andamento dei dati di anno in anno e di effettuare confronti diretti tra paesi. Le sei variabili prese in considerazione sono: il reddito (nonché Pil pro capite), il sostegno sociale, l’aspettativa di vita, la libertà di fare scelte di vita, la generosità e l’assenza di corruzione.
L’Italia sta al 33° posto.
Se ci pensiamo, tutto questo attiene alla cronaca della nostra estate italiana che, tra femminicidi compiuti da uomini vuoti, stupri di giovani senza un briciolo di senso della vita, delitti stradali e criminali ad opera di bulletti irresponsabili spesso giustificati dai genitori, beh, forse più che al carcere dovremmo pensare a spedizioni educative in terre nordiche a lezione di Klassens tid.
Per capirci meglio con un esempio tutto italiano: il delitto di Senago della 29enne incinta di 7 mesi uccisa a coltellate dal fidanzato barman di 30 anni. A commento dei fatti, il filosofo Umberto Galimberti ha dichiarato che “Il delitto di Senago nasce in un clima di ridotta sensibilità. Kant diceva che il bene e il male potremmo anche non definirli perché ciascuno li sente naturalmente da sé. Oggi non è più vero. Non è più vero che uno studente senta la differenza tra corteggiare una ragazza e stuprarla. E non sto esagerando perché le risposte che questi fanciulli danno ai magistrati sono disarmanti. Questi ragazzi crescono senza una risonanza emotiva. La risonanza emotiva nasce con l’empatia che abbiamo appena nati e si perde quando madre e padre non la incoraggiano. Quando si insegnano i valori della forza invece della sensibilità, l’empatia si perde”. Non vi pare che, in certo senso, Galimberti stia parlando in danese?
Ma in Italia non è facile imparare quella lingua considerando che, recentemente, alla proposta di inserire nelle scuole primarie dei programmi di educazione sentimentale, sessuale e di tolleranza di genere, Matteo Salvini – che è pur sempre vicepremier oltre che capo di un partito di governo – si è dichiarato fortemente contrario a “Parlare di sesso, di coito e penetrazione a bimbi delle scuole elementari”, svelando così una sua personale confusione tra affetto e pornografia.
In mancanza di supporti governativi, io azzardo un consiglio a tutti i genitori, confortato da positive esperienze vissute. Inseriamo nelle nostre famiglie degli animali domestici e incoraggiamo i nostri figli a imparare da loro a relazionarsi senza una lingua comune. Sarà proprio questa mancanza a creare spazio e allenamento al loro sentire. Lì nasce l’empatia. Lì si esplora una comunicazione cuore a cuore, la stessa preziosità che anima l’amicizia e nutre l’amore. E, garantisco, è come andare in bicicletta, si impara per tutta la vita.
Copertina: Foto di Karen Warfel da Pixabay