Yoga e bipolarismo
Avevo comprato “Yoga” di Emmanuel Carrère un bel po’ di tempo fa, ma lo avevo sempre passato di posto sotto la pigna dei nuovi libri acquistati perché immaginavo fosse un trattato sullo yoga con magari asana e tecniche di respirazione che mi ricordavano il primo inizio della mia cosiddetta “ricerca spirituale“, quando, a quattordici anni, un nostro amico di famiglia mi aveva regalato due libri, appunto, sullo yoga.
Quei due libri si sono persi negli infiniti traslochi della mia vita e, leggere quel testo, pensavo, era un po’ un modo per rivedere le origini da cui era partito quello che sono oggi.
Però procrastinavo un po’ per pigrizia (la mia amica L dice che sono accidioso e io le ho sempre risposto che avrei preso l’Alka- Seltzer!!), un po’ per timore di essere deluso da quello che, appunto, era stato l’inizio della mia ricerca.
Dovendo, però, partire per una vacanza di quindici giorni nella meravigliosa Lampedusa e, sapendo che l’isola non pullula di librerie, mi sono, tra gli altri, portato “Yoga”.
Il libro è stata una sorpresa perché, di fatto il racconto è soprattutto una biografia dell’ anima dell’ autore.
La prima metà di “ Yoga” è incentrata sulle esperienze spirituali di Carrère e devo dire che, nonostante i parallelismi con la mia (meditazione, arti marziali, Castaneda, rapporti con le donne, eccetera), invece di vivere lo scrittore come una specie di mio alter ego, l’uomo mi sembrava, un po’, uno sopra le righe, un po’ troppo wow e non riuscivo a capire il perché.
La risposta è arrivata nella seconda parte del racconto: lo scrittore scopre di essere bipolare e, come tutti quelli che soffrono di questa terribile patologia, dopo un lungo periodo di “up“ è scivolato in un drammatico “down“, con desideri di morte, ricoveri in cliniche per malattie mentali, elettrochoc e quant’altro.
La parte finale del libro è una lenta risalita alla “normalità“, passando, tra l’altro, per un hot spot in un isola greca dove conoscerà dei giovani migranti afghani usciti come lui da tragedie inenarrabili (strana coincidenza con l’hot spot di Lampedusa) e, grazie, anche, ad una cura con il litio.
Una autobiografia interessante, fatta da uno scrittore di fama internazionale che si mette a nudo per i suoi lettori e lo fa con un realismo scevro da qualsiasi ipocrisia. Da leggere soprattutto da parte di chi ha una persona cara che soffre della stessa malattia.
Copertina: Foto di ha11ok da Pixabay