Chi ha paura dell’intelligenza artificiale?
Siamo alla vigilia di una rivoluzione tecnologica senza precedenti nella storia dell’umanità, la domanda che dovremmo porci è: siamo pronti? L’intelligenza artificiale modificherà radicalmente le nostre vite… le consolidate e conquistate regole socio-economiche che, chissà perché, tendiamo a pensare tanto immutabili quanto indiscutibili. L’intelligenza artificiale sarà un pericolo o un’opportunità? Dove è il pericolo e dove è l’opportunità? E se è un’opportunità lo sarà per tutti o per pochi eletti? Che ne sarà degli esclusi? Saranno solo tecnologicamente esclusi o anche socialmente esclusi? Oggi questo articolo lo stiamo scrivendo noi, una donna e un uomo, con la loro coscienza, dubbi e argomentazioni, ma tra 2 anni chi lo scriverà… un essere umano o un’intelligenza artificiale? Oggi (anzi forse sarebbe stato meglio Ieri) è il momento per iniziare a provare a rispondere a queste domande e arginare i rischi che derivano da un uso incontrollato dell’intelligenza artificiale.
Come in ogni epoca di forti cambiamenti che siano di natura tecnologica, scientifica o ideologica il genere umano quando non ha conoscenza tende a “rassicurarsi” demonizzando il nuovo, perché in ogni rivoluzione nessuno ha certezze concrete da indicare su quale sia la strada giusta da percorrere.
Nell’ultimo anno tutti noi abbiamo potuto testare le “briciole” di cosa sia un’intelligenza artificiale attraverso un’applicazione (ndr. ChatGPT) resa disponibile a tutti gratuitamente da una compagnia Hi-Tech. Grazie a questa WebApp è possibile elaborare saggi, ricette, poesie, ma anche stringhe di programmazione e progetti. Per le persone comuni (come gli scriventi) è una novità, ma sono diversi anni che Start-up, Università e giganti del Hi-Tech investono soldi ed energie negli sviluppi dell’intelligenza artificiale (ndr. Conferenza Puerto Rico 2015). Dobbiamo però annoverare tra i paesi che per ragioni diverse hanno bloccato l’utilizzo libero e gratuito della sopracitata applicazione Cina, Corea del Nord, Russia, Iran e per un breve periodo anche l’Italia, unica anomalia occidentale (ndr. HuffPost).
Le principali nazioni del mondo stanno competendo per stabilire la propria supremazia nell’ambito della creazione di sistemi di intelligenza artificiale sempre più potenti, al fine di ottenere vantaggi non soltanto economici, ma anche strategici sullo scacchiere mondiale. Questa corsa sfrenata dall’esito incerto sembra però non considerare le conseguenze etiche e sociali che inevitabilmente ne deriveranno nel breve e lungo termine.
Al contrario invece dovremmo concentrarci proprio ora nella valutazione degli impatti che questa rapida evoluzione avrà sull’intera umanità. Dovremmo impegnarci nella creazione di regole condivise e applicabili su scala mondiale per una umanizzazione delle opportunità delle nuove tecnologie. Tutte le nazioni, in prima fila quelle Big, dovrebbero partecipare attivamente a questo sforzo collaborativo invece di ignorare gli allarmi lanciati da figure competenti come Elon Musk (né unico, né ultimo) e altri leader dell’industria del mondo democratico. Nel mese di Agosto 2023 questi ultimi hanno sollevato seri dubbi riguardo ai rischi connessi all’uso dell’intelligenza artificiale non adeguatamente governata e regolamentata, giungendo persino a definirla “una minaccia per l’umanità”.
In che ambito l’intelligenza artificiale ci ha già coinvolto quasi a nostra insaputa e ci coinvolgerà a breve? Prossimamente condivideremo il frutto del nostro confronto affrontando il tema del lavoro.
Copertina: Foto di Gerd Altmann da Pixabay