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Il codice dell’illusionista

Tempo di lettura: 2 minuti

Sono, ormai, più di vent’anni che, in un periodo che varia da maggio a ottobre, faccio quindici giorni di vacanza a Lampedusa; i motivi di tanta affezione sono: un’isola con un mare caraibico, un hotel con un cuoco che fa due baffi agli chef stellati (ogni volta, al ritorno, devo farmi tre mesi di dieta per perdere i chili accumulati) e, soprattutto, un motor-yacht da venti metri condotto da un capitano con i controfiocchi e un secondo, ahimè, bravo cuoco che rimpinza i passeggeri con tutte le specialità del posto. In barca i momenti morti sono tanti per cui il mio tempo, indovinate un po’, lo passo leggendo una carrettata di libri. Quello di cui voglio parlarvi oggi è un “librettino“ di 715 pagine che fortunatamente sono riuscito a rifilare alla mia compagna di vacanze S., la quale, partendo sempre con una valigia-TIR, l’ha infilato insieme a vestiti, costumi, scarpe e parei, visto che io viaggio con un banalissimo trolley.

Il libro è “Il codice dell’ illusionista“ scritto a due mani da Camilla Läckberg, una famosissima scrittrice Svedese, nota in tutto il mondo per i suoi racconti gialli, e da Henrik Fexeus, un mentalista di fama internazionale.

I due protagonisti principali sono Mina Dabiri, una detective della polizia di Stoccolma e Vincent Walder, un famoso mentalista; intorno a loro ruotano una serie di personaggi, ognuno con delle caratteristiche assai curiose; Mina è una maniaca della pulizia con comportamenti che rasentano la patologia; Vincent, per contro, è ossessionato dai numeri delle cose, che devono sempre essere pari o simmetriche.

Il racconto si snoda attraverso la scoperta di tre omicidi terribilmente efferati in cui, come strumenti di morte, vengono usati dei macchinari e dei trucchi che hanno a che fare con il mondo dell’illusionismo, da qui il coinvolgimento di Vincent da parte della polizia. Man mano che la storia va avanti vi è anche una forte attrazione dei due protagonisti che trovano l’una nell’ altro una sorta di compensazione delle loro instabilità emotive. Il finale, ovviamente,  assolutamente inaspettato lascerà il lettore appagato per il lungo percorso per arrivarvi.

Un libro intelligente, a tratti anche divertente, adatto per gli amanti dei gialli psicologici scritti bene e con, per chi lo saprà apprezzare, la ciliegina che questo è il primo di una trilogia.
Buona lettura.

Copertina: Foto di Gerd Altmann da Pixabay

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