Mon corps, mon choix
Mio il corpo, mia la scelta. Questa dichiarazione chiarissima e definitiva, campeggia luminescente dalla Torre Eiffel a beneficio di tutti i parigini e del mondo intero. «La legge determina le condizioni in cui si esercita la libertà garantita per la donna di ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza» ha solennemente dichiarato Gabriel Attal – 34 anni, omosessuale, Premier francese – all’ottenimento della modifica dell’articolo 34 della Costituzione francese, grazie ad una larghissima maggioranza in Parlamento: 780 voti favorevoli, e solo 72 contrari. Un momento glorioso per il concetto di laicità dello Stato. Infatti, è importante la definizione libertà garantita che è cosa diversa da diritto all’aborto. Sembra una finezza semantica ma è molto di più, ed è su questo che Gabriel Attal, il premier più giovane nella storia della Quinta Repubblica francese diventato una delle personalità politiche più amate dai francesi, ha dichiarato: «Questo voto riscatta un debito morale nei confronti di tutte le donne che hanno sofferto. la Francia sarà pioniera, fedele alla sua eredità di Paese faro dell’umanità e patria dei diritti dell’uomo e anche e soprattutto dei diritti della donna».
Ora, in Francia, è la Costituzione che mette questa scelta, pur dolorosa, a volte drammatica, unicamente e giustamente nelle mani delle donne.
Una bellezza vedere il viso appassionato di questo giovane Premier in contrasto con quanto sta accadendo in America, Ungheria, Polonia e anche in Italia con una legge che regola l’interruzione di gravidanza ridicolizzata da un sistema paraculo di “obiezione di coscienza” talmente maggioritario (il 90% nel sud Italia) che lascia i pochi ginecologi osservanti la legalità, a praticare aborti a tempo pieno.
Ha ragione Attal, l’umanità intera ha un debito morale nei confronti delle donne. Non solo per quanto attiene le gravidanze indesiderate. L’orrore delle guerre è sempre triplo per le donne: per le violenze speciali a loro riservate, per le morti dei loro figli, per la consapevolezza straziante di chi genera la vita dentro al proprio corpo.
Uomini che vanno in ‘guerra’ con infradito e Kalashnikov; stuprano e massacrano giovanissime donne che stanno festeggiando la loro vita in un rave nel deserto, avendo nella mente Il profeta Maometto che afferma: «Ho visto che la maggior parte di coloro che sono nel fuoco dell’inferno sono donne poiché esse sono ingrate verso i loro mariti e deficienti in intelligenza e religione. Esse sono pericolose e impure nei loro corpi e nei loro pensieri. Io non tocco la mano delle donne e bisogna impedire loro d’imparare a scrivere». E poi altri uomini rispondono all’offesa subita con una vendetta capace di sterminare un popolo intero. A questi il loro Talmud enuncia che «vale più la malizia d’un uomo che la bontà d’una donna» perché «il suo sguardo è una rete, i suoi seni una trappola, le sue braccia catene». (Eccl. 42: 14).
Ma noi abbiamo altri riferimenti religiosi! Davvero?
«Dopo la messa al mondo d’un bambino l’impurità della madre dura 7 giorni; 14 per una bambina. La sua purificazione esige 33 giorni per un maschio, ma per una femmina 70» (Lev. 12: 2-6).
«L’uomo non deve coprirsi il capo perché egli è l’immagine della gloria di Dio, ma la donna non è che la gloria dell’uomo» (San Paolo – I Cor. 11: 7). Questa è la Bibbia.
La Chiesa Cattolica – detto con tutta l’ammirazione per l’attuale Pontefice – dopo aver ostacolato per anni ogni forma di prevenzione nella sessualità, ufficialmente finalizzata alla sola procreazione, salvo pratiche non proprio edificanti a cura di tanti ministri del culto, oggi interviene duramente contro la decisione del Parlamento francese con le parole della Conferenza episcopale francese, che ammonisce: «Non può esserci un diritto a sopprimere una vita umana» lanciando anche un appello per un momento di «digiuno e preghiera».
Pensando a tutto questo, e pensando alle donne iraniane, a quelle afgane, a tutte le altre… e alle 20 donne uccise in Italia dal 1° gennaio a questo 8 marzo, credendo profondamente che sostenere le donne significa partecipare a una grande battaglia di civiltà mondiale, urgentissima, rilanciamo con speranza da queste pagine le parole della giovanissima cantante Tecla Insolia:
«Siamo petali di vita che faranno un giorno la rivoluzione»
“8 Marzo” Sanremo Giovani 2019.
Copertina: immagine Depositphotos
VIDEO – Tecla Insolia canta “8 marzo”: https://www.youtube.com/watch?v=mru6TKUAvHw