Fly me to the moon
Proprio ieri, il 21 luglio, erano 55 anni, da quella assurda notte in cui Neil Amstrong, il primo uomo a mettere piede sul nostro satellite, pronunciò la famosissima frase “Un piccolo passo per un uomo, un gigantesco balzo per tutta l’umanità”.
Io c’ero e ricordo il senso di orgoglio nel vedere quell’uomo con la tuta bianca che scendeva dalla scaletta del LEM sul suolo lunare dopo che qualche minuto prima Ruggero Orlando e Tito Stagno avevano fatto un siparietto litigando su quando il modulo lunare avesse toccato il suolo.
In realtà allora era una gara tra gli Stati Uniti e la Russia in cui, fino a quel momento, la seconda aveva avuto la meglio e l’opinione pubblica americana, soprattutto dopo il disastro dell’Apollo 1 in cui erano morti tre astronauti, aveva perso interesse alla corsa nello spazio che si riteneva essere inutile e costosissima, creando così grossi problemi di budget per la Nasa.
Il film
Siamo a sette mesi dal lancio dell’ Apollo 11 e Kelly Jones, Scarlett Johansson, una regina nel campo del marketing, viene contattata da Moe, Woody Harrelson, un risolutore all’ombra della Casa Bianca, per “vendere la Luna”. Kelly accetta e si reca a Cape Kennedy dove, appena arrivata, incontra casualmente, un po’ alla “Top gun”, Cole Davis, Channing Tatum, che ha un colpo di fulmine per lei, ma Kelly, anche lei intrigata, scoprirà il giorno dopo che Cole è il direttore del lancio con il quale avrà una serie di scontri per la troppa rigidità e serietà di Cole.
La ragazza con abilità riesce a portare a casa soldi con sponsorizzazioni e appoggi politici ma Moe le chiede di organizzare una finta missione con l’aiuto di un regista un po’ alla “Sesso e potere”.
Tutto procede fino al giorno del lancio in cui si scopre che Moe ha sabotato la telecamera sul LEM per mostrare comunque solo il finto sbarco. Kelly avverte Cole che all’ultimo riesce a sostituire la telecamera.
Lo sbarco avviene senza intoppi mentre invece la finzione, a causa di un gatto nero…
Una commedia romantica sui generis con pochi baci e molti particolari interessanti di quell’ impresa; una Scarlett Johansson che, acconciata anni sessanta, ricorda molto Marilyn Monroe.
Da vedere, per ricordare, per chi c’era e da vedere, per emozionarsi, per chi, allora, non era ancora nato.
P.S.: siccome ci fermeremo in agosto e riprenderemo a settembre, auguro a tutti i miei lettori
BUONE VACANZE!