Il potere del silenzio
Un po’ di anni fa, quando ancora facevo il consulente finanziario, ogni due per tre, dovevo partecipare a corsi di formazione in cui venivano mostrate delle tecniche di vendita per migliorare la nostra capacità di interazione con un possibile cliente. In una di queste, in cui si metteva in evidenza l’importanza di mettere in risalto quelli che erano i sogni e i desideri del nostro interlocutore, inaspettatamente, mi accorsi che il relatore era un personaggio che avevo più volte incontrato a delle cene a casa di una mia carissima amica e che aveva attirato la mia attenzione per il suo acume misto ad una sana ironia.
Per cui, quando durante la pausa caffè, mi si avvicinò, suscitando l’invidia dei miei compagni di corso, non mi meravigliai più di tanto, viste le nostre precedenti frequentazioni. Quello che mi stupì, dopo un po’ di convenevoli reciproci, fu’ la sua domanda: «Sai, caro Orlando, qual’è la cosa per cui io darei tutta la mia fortuna?».
Dopo una serie di tentativi, tra il serio e il faceto, da parte mia, mi guardò in modo serio e mi disse: «La possibilità, anche solo per qualche minuto, di vedere, sentire, essere l’ altra persona».
Passai il resto del corso a rimuginare su questa affermazione, con atteggiamento ambiguo: da una parte l’idea di poter “essere” l’altra persona era estremamente affascinante, dall’altra, però, mi pareva anche pericolosamente manipolatoria: io conosco i tuoi desideri e quindi posso portarti dove voglio io, che in fondo ci stava con lo scopo del corso.
Il caso volle che, mentre mi stavo recando alla metropolitana per tornare a casa, passassi davanti alla vetrina della Libreria Esoterica dove, in bella vista, mi occhieggiava l’ultimo libro di Castaneda: “Il potere del silenzio”. Lo acquistai.
In questa opera Castaneda, antropologo americano di origini sudamericane, attraverso una serie di racconti ci indica una via metaforica alla liberazione di noi stessi e uno dei prerequisiti per ottenere ciò è l’interruzione del dialogo interno, cosa che è presente anche in tutti i suoi libri precedenti quali “A scuola dallo stregone”, “Una realtà separata”, lo stupendo “Viaggio a Ixtlan”, “L’ isola del Tonal”, etc .
Questa tecnica, che consiste nel fermare il nostro cicaleccio mentale, è stata la mia sfida per anni e ancora oggi riesco ad attuarla solo in particolari momenti della meditazione, quel giorno, però, mi parve la giusta risposta al mio conoscente: «Caro coach, io darei tutte le mie fortune non per essere l’altro ma per essere sempre me con il parlottio interiore interrotto e quindi con una percezione della realtà scevra da sovrastrutture».
Meditate gente, meditate.