Parole incrociate, una edicolante peruviana e la biblioteca magica
Ero ancora alle elementari quando ho incominciato a fare le parole incrociate e, da allora, prima facendo quelle facilitate, poi, man mano che crescevo, quelle sempre più difficili, non ho mai perso una settimana de “La settimana enigmistica” e poi, negli ultimi decenni, de “La domenica quiz” (ho in piedi una annosa diatriba con la mia amica S. su quale delle due sia la migliore).
Avevo fin fatto l’abbonamento, solo che qualche rivista non arrivava o arrivava in ritardo per cui, dopo essere diventato amico con quelli dell’ufficio abbonamenti a causa delle mie ripetute chiamate, alla fine l’ho disdettata, per cui sono ritornato a comprarla in edicola.
Peccato che la mia edicola sia in capo al mondo e, quindi, ogni settimana, mi devo fare una scarpinata di mezz’ora per arrivarci. La cosa carina in questo fatto e che la mia edicola, che è nel mezzanino della metropolitana, è gestita da una simpatica signora peruviana con la quale sempre scambio qualche parola perché è uno di quegli esseri rari che hanno il dono, anche con poche parole o un sorriso, di infondere un modo leggero e positivo di vivere la vita.
L’altro giorno ero andato a ritirare la solita “Domenica” e mentre facevo le abituali quattro chiacchiere con la mia amica peruviana mi è caduto l’ occhio su di un libro.
Il libro:
“Finche’ non aprirai quel libro” di Michiko Aoyama.
L’ autrice, che in Giappone ha venduto oltre 150.000 copie e vinto prestigiosi premi, ci racconta di cinque personaggi che, ognuno per cause diverse, entrano in una biblioteca di quartiere di Tokyo, incontrano una incredibile bibliotecaria ed escono con una serie di libri, di cui uno assolutamente strano e fuori contesto ma che darà la stura ad un cambio di vita del suo lettore che in quel momento si trova in un serio impasse della sua vita.
La narrazione è gradevole, i personaggi molto ben delineati, le situazioni in cui questi si ritrovano sono spesso condivisibili da parte del lettore.
Insomma un libro assolutamente da leggere che oltretutto ci ricorda la capacità salvifica della lettura.
Assolutamente da leggere!