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Apple Sider Vinegar

Tempo di lettura: 2 minuti

Ho conosciuto P. a una cena per la Festa delle Donne di quasi quaranta anni fa. Da allora, più che un’ amica, è diventata, per me, una sorella. P. è una delle persone più buone, generose ed altruiste che io conosca: se hai bisogno, stai male, hai un problema, puoi stare sicuro che lei ci sarà con tutta se stessa ed anche un po’ di più. In sociologia vi è un termine “a stella” per definire una interrelazione in cui i componenti di un gruppo trovano la loro coesione grazie ad un unico membro, che, venendo a mancare, fa collassare il gruppo stesso: P. è quel componente. Le mitiche cene a casa sua sono state, per anni, i momenti di incontro di un gruppo di persone dalle più variegate estrazioni, tutte unite da un unico elemento: il loro affetto per P.

Poi, più di tre anni fa, la diagnosi più terribile: un tumore allo stomaco. Prima un intervento chirurgico e poi la chemio, debilitante, svilente, disumana, poi di nuovo un altro intervento e di nuovo la chemio. Ma, nonostante questo, P. c’è sempre stata per chi aveva bisogno. In modo disinteressato, incondizionatamente.

Tutto il contrario di quanto accade nella miniserie “Apple Sider Vinegar” di recente uscita su Netflix.

La storia
È il racconto, che per altro trae spunto da fatti reali, di tre donne: Belle, Milla e Lucy.

Belle è una narcisista, con la mania del potere, dotata di carisma che nei primi anni duemila, agli albori della generazione degli influencers, traendo spunto da una idea di Milla, una ammalata di cancro al braccio, che, rifiutando le cure della medicina tradizionale che la costringerebbero all’amputazione dell’ arto, si rivolge e poi pubblicizza, una cura alternativa a base di succhi e spremute unitamente a clisteri di caffè. Belle crea una app che suggerisce ricette che, lei asserisce, la avrebbero guarita da un inesistente tumore al cervello. Finte donazioni, plagi ai collaboratori e al compagno, creeranno un castello di carte, che però coinvolgerà un sacco di persone irretire da una aspettativa di guarigione.

Il finale sarà drammatico sia per Milla che vedrà la morte della madre e poi la propria che per Belle che vedrà sgretolarsi il la sua costruzione di menzogne. L’ unica che si salverà sarà Lucy che dopo avere seguito le pratiche alternative ritornerà alle cure della medicina tradizionale.

Una prova di recitazione di alto livello per un tema scottantissimo e di grandissima attualità: quello delle fake news.

PS: fatemi fare un augurio a P. e a tutti quelli come P. di riuscire in questa loro battaglia contro un nemico così pugnace.

Trailer Netflix:
https://www.youtube.com/watch?v=u3BxX5bptvg



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