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La ricetta della salvezza

Tempo di lettura: 3 minuti

Da sempre l’arte anticipa i tempi in modo profetico. Con le arti moderne come la letteratura, il teatro e soprattutto il cinema, la profezia possiamo viverla sul filo della nostra pelle e con il taglio penetrante delle nostre emozioni.

Zero Day è un termine informatico che sta per identificare una aggressione cibernetica che si palesa all’improvviso (il giorno zero, appunto) aprendo una nuova epoca per il sistema informatico che ha subito l’hackeraggio.
Zero Day è il nome di un nuovissimo serial televisivo Netflix di grande qualità, creato da Eric Newman, Noah Oppenheimer e Michael Schmidt, con protagonista principale un intenso e dolente Robert De Niro.

Ora racconterò qualcosa della storia, ma mi preme osservare subito che la visione è un’esperienza sconcertante perché risulterà naturale riconoscere nella narrazione fantasiosa e credibile, i principali protagonisti del nostro presente mondiale, pubblico (popolo) compreso.

In breve la storia di Zero Day prodotto da Netflix: in una America sfiduciata e lacerata da complottismi e post verità, all’improvviso ogni genere di apparecchiatura intelligente che governa il quotidiano – apparecchiature ospedaliere, traffico, linee aeree, etc. – impazzisce mettendo in ginocchio l’intero paese colpito in pochi attimi con un impressionate numero di morti (3.402 per l’esattezza), lasciando i sopravvissuti in uno stato d’animo profondamente sconcertato. Tutti ricevono un messaggio sullo smartphone che annuncia «Questo accadrà ancora».

L’attuale presidente americano nella finzione, donna, nera, di nome Evelyn Mitchell (Angela Bassett), incarica un ex presidente molto amato in tutti gli Stati Uniti, George Mullen (Robert De Niro), di costituire una commissione d’inchiesta per scoprire i responsabili del colossale e catastrofico hackeraggio: probabilmente i russi. L’ex presidente, sofferente per la morte di un figlio per overdose e per una figlia deputata al Congresso che lo odia in nome di un giustizialismo estremo, si troverà a scoprire che tutto è originato da una cospirazione interna al potere americano che intende riportare il paese nella “giusta direzione”.

E’ facilissimo immaginare come possibile un accadimento simile per come siamo del tutto governati dalla tecnologia, sempre più intelligente e sempre più artificiale. I cyberattacchi sono già esistiti, non solo nel cinema, la realtà storica ne è ben densa. Pensiamo, per fare qualche esempio, a Stuxnet, un malware sofisticato creato dal governo statunitense in collaborazione con quello israeliano che nel 2010 ha sabotato il programma nucleare iraniano. Eppoi WannaCry, il ransomware che nel 2017 ha paralizzato servizi sanitari di tutto il mondo, in particolare del Regno Unito con interventi chirurgici e diagnosi resi impossibili, oltre a aeroporti e università tra cui quella degli Studi Milano-Bicocca. In questi giorni sono in essere molti attacchi filorussi a imprese, ministeri e istituzioni italiane tra cui lo stesso Quirinale, come ‘punizione’ al Presidente Sergio Mattarella per il suo intervento non gradito da Putin.

Non solo, la credibilità della narrazione riguarda molti fatti della nostra storia politica del passato come la strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 a Milano. Infatti, le motivazioni della cospirazione americana della serie televisiva, in fondo è la stessa italiana che ha visto coinvolti nel lontano 1969 parti dello Stato, servizi segreti e bombaroli fascisti – incarcerando incolpevoli anarchici – il tutto per dare uno shock sociale ad un crescendo contestatario contrapposto al potere ufficiale.

Ma, forse, nello stesso serial televisivo al suo sesto e conclusivo episodio, troviamo qualche traccia di quello che potrebbe essere il nostro impegno come piccoli cittadini del mondo, per arginare questo ipnotico tecnomondo privo di direzioni umanistiche.

L’ex presidente (De Niro) sta per accingersi a fare la relazione al Congresso degli Stati Uniti d’America per condividere i risultati della sua indagine.
La presidente lo raggiunge e, ben consapevole delle scoperte sconvolgenti che potrebbe svelare, lo tocca nell’intimo pragmatico di ex presidente con queste parole:
«La verità è la verità, ma non sempre è la cosa più importante.
Una volta mi hai detto che bisogna governare il paese per quello che è non per quello che vorremo che fosse.
Abbiamo l’obbligo di proteggere il popolo americano, forse possiamo sopportare il peso di avere la coscienza sporca».

Ma l’uomo che ha perso un figlio e sta per perdere anche la figlia coinvolta nella cospirazione, dopo molte esitazioni, davanti al Congresso esprime così la sua grandezza non di presidente ma di uomo libero:
«Quando perdi qualcuno che ami, o qualcosa che per te è importante, questi non ti lasciano mai. Non li puoi ignorare.
Anche la verità è così: è dura da trovare, qualche volta è anche più dura da affrontare ma ripaga sempre tutti gli sforzi.
La verità è che alcune delle persone più potenti di questo paese si sono convinte che l’unica soluzione fosse spaventarvi per farvi rinunciare alla libertà… che acquisendo più potere loro avrebbero risolto i problemi al posto vostro.
Per risolvere i nostri problemi bisogna cercare il bene comune, non la vittoria.
Per andare avanti bisogna affrontare la dura verità non nascondersi da essa».

Trailer Zero Day:
https://www.youtube.com/watch?v=HvFf7Ye2IBk

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