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Conclave: fede, potere e realtà

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Conclave, il nuovo film di Edward Berger, tratta come Habemus Papam della nomina di un nuovo Papa, ma lo fa in modo totalmente diverso dal film di Nanni Moretti, con un clima da thriller.

Inizia così: nella sua stanza a Santa Marta il Papa è appena deceduto e immediatamente si mette in moto la grande macchina rituale (si rompe l’anello, si porta via il corpo, si sigilla la porta) che si ferma solo con l’elezione del suo successore e la fumata bianca.

Per i millenari riti, descritti minuziosamente, arrivano in Vaticano i Cardinali di tutto il mondo, quelli che poi dovranno riunirsi in Conclave per eleggere il nuovo successore di Pietro. A supervisionare l’intero evento è il cardinale Thomas Lawrence (Ralph Fiennes), decano del collegio. Intorno a lui si muovono gruppi di porporati che tramano perché il proprio candidato arrivi al soglio pontificio.

Il Conclave sembra un evento terreno, assomiglia a un Congresso di partito che deve eleggere il segretario in cui tutte le correnti si danno un gran da fare per prevalere.

In questo clima di lotta di potere, il compito del Cardinal Lawrence è alquanto impegnativo: dopo aver ricordato nell’omelia iniziale che la certezza è la nemica assoluta della fede perché solo nel dubbio si può credere all’incredibile, si trova a destreggiarsi tra correnti e cordate rivali.

Eppure al centro del Conclave dovrebbe esserci la sopravvivenza della Chiesa in un periodo in cui molti fedeli la stanno abbandonando e in cui tocca decidere se rinnovarsi e abbracciare la contemporaneità, per esempio accogliendo le istanze delle donne, dei gay e degli immigrati, o arroccarsi sul passato appoggiando i nuovi sovranismi.

Il cardinale Lawrence ha un suo prediletto: è Aldo Bellini (Stanley Tucci) un prelato moderno e aperto, riferimento dei progressisti; ma Bellini è un cardinale riluttante.

All’opposto, c’è il cardinale Goffredo Tedesco (Sergio Castellitto) decisamente un oscurantista che rimpiange la messa in latino e che vorrebbe un italiano (lui stesso) di nuovo sul trono di Pietro. Non mancano altri cardinali ambiziosi, ma sembrano non avere troppe chances o per il loro passato o per aver nascosto problemi di salute.

Le giornate sono segnate da trame, provocazioni, sgambetti, il tutto è celato da un comportamento apparentemente impeccabile. A scombinare i giochi ci pensa un cardinale di cui nessuno conosceva l’esistenza: l’arcivescovo di Kabul, Benitez (Carlos Diehz). Il Papa lo aveva eletto in extremis in pectore.

Sotto la volta della Cappella Sistina la pattuglia dei favoriti si assottiglia, anche le suore faranno la loro parte, soprattutto suor Agnes interpretata da una brava Isabella Rossellini. I pochi papabili rimasti dovranno fare i conti con un colpo di scena che scombinerà ogni gioco e accordo.

Da segnalare una fotografia particolarmente accurata che con luci caravaggesche rende gli ambienti (Reggia di Caserta e Cinecittà) perfetti per le trame e i giochi di potere.

Trailer ufficiale del film:

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