
D’improvviso tutto cambia
Tutto in un’estate è il film d’esordio di Louise Courvoisier presentato allo scorso Festival di Cannes. Il film è una sorta di commedia e spaccato sociale. Ambientato sulle montagne del Giura, verso il confine francese con la Svizzera, ci introduce all’esistenza ruvida delle comunità che vivono della produzione del noto formaggio Comté.
L’attenzione della regista è soprattutto sui giovani e sul diciottenne Totonne. Cosa fanno molti giovani che vivono nel Giura prima di diventare adulti e probabili produttori di formaggio? Partecipano a feste, stanno in gruppo, bevono (tanto) e cercano di fare sesso e/o sperimentare l’amore. Come loro Totonne, con i più cari amici (Jean-Yves e Francis), riempie le giornate vuote di desideri e prospettive aspettando la bevuta serale.
La routine si interrompe quando il padre, anch’egli ubriaco, si schianta contro un albero. La vita del giovane cambia, non solo deve mantenersi ma si deve occupare di una sorellina di sette anni (della madre non vi è traccia).
Privo di soldi cerca un lavoro in un caseificio (il padre raccoglieva il latte da produttori e lo portava al caseificio) ma è incapace di tenerselo, non sa stare alle regole e scatena una rissa con i figli del proprietario, colpevoli di avergli sottratto una ragazza.
Venuto a conoscenza di un premio al miglior produttore di Comté (30mila euro), decide di produrre il formaggio con l’aiuto dei suoi amici. Ruba il latte (il migliore) a una ragazza (Marie-Lise) che seduce e che possiede un allevamento di mucche e tenta di riattivare un calderone del micro caseificio che il padre aveva abbandonato.
Purtroppo, in un misto di impazienza, presunzione e poca voglia di fare, non riesce a ottenere il formaggio. Saranno necessari vari tentativi, con un supplemento di conoscenze e con l’aiuto della sorellina (saggia e realista) per produrre una sola forma di Comté. Pensa che basti quella per iscriversi al ricco premio. Ma, anche in questo caso, le cose sono più complesse di quanto Totonne pensi: protocolli, dichiarazione dei produttori di latte, marchio di denominazione, ecc.
Il giovane impara dalle frustrazioni, smette di ubriacarsi e si occupa, a suo modo, della sorella. Non solo scopre che gli amici sono una grandissima risorsa e, forse, scopre anche l’amore…
La regista, originaria dello stesso Giura, racconta con misura, profondità e senza retorica la crisi delle zone rurali. Per farlo si è servita di attori dilettanti rivelatisi eccezionali: Totonne nella vita lavora in un allevamento di polli, mentre Marie-Lise, la ragazza che circuisce, alleva davvero mucche (nel film la vediamo far nascere un vitellino). Tutti i protagonisti sono credibili, misurati nel raccontare la vita di un mondo che accanto a eccellenze culinarie genera anche vinti.
Il film è stato premiato a Cannes 2024 nella sezione Un Certain Regard e anche in Alice nella Città, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma. Inoltre, si è aggiudicato anche due César (miglior esordio alla regia e la rivelazione femminile Maïwène Barthélem/Marie-Lise (attrice non professionista).
Trailer ufficiale del film:
https://www.youtube.com/watch?v=g0vevj_3UG0
