
Grazie, Jeeves
Lo avevo letto da ragazzo e mi aveva molto divertito, Sellerio ne ha fatto una ristampa con una bella presentazione di Marco Malvaldi; sto parlando di P.G.Wodehouse in “Grazie, Jeeves”.
Wodehouse è considerato il più importante scrittore umoristico del ‘900; molto prolifico ha scritto 96 libri e tra questi una serie corposa in cui i protagonisti sono Bertram, “Bertie” per gli amici, Wooster e il suo maggiordomo Jeeves.
Bertie è quello che, pensando di agire per il meglio, finisce, sempre, per cacciarsi in situazioni assurde, che poi si complicano, diventando ancora più assurde e apparentemente irrimediabili sino all’ entrata in gioco di Jeeves che, con il suo intervento, magicamente riesce a sbrogliare matasse gordiane e a far finire tutto per il meglio.
In “Grazie, Jeeves “, Bertie che si sta impratichendo nel suonare il banjolele, riceve le dimissioni del suo maggiordomo, esasperato dalle prove del suo datore di lavoro e dall’idea di finire in un cottage fuori mano per non disturbare i vicini che hanno protestato per i suoni troppo striduli.
Lasciato solo, senza la presenza costante del suo maggiordomo, Wooster, nel tentativo di fare sposare il suo amico Chuffy con la sua ex fidanzata Pauline Stoker, si infila in una serie di azioni che lo vedranno sempre più invischiato in una situazione assolutamente assurda, con un cottage incendiato, un rapimento da parte del padre di Pauline che ha deciso di fare sposare i due, una fuga nella notte col volto ricoperto di lucido da scarpe, e chi più ne ha più ne metta.
Alla fine, come in tutti i romanzi di questa serie sarà l’ intervento del Deus ex machina Jeeves, novello Arlecchino, a riportare il tutto in una situazione di normalità con un finale happy ending.
Un libro divertentissimo, che ha la capacità di coinvolgere il lettore in una storia veramente ai confini della realtà.
Assolutissimamente da leggere.



