I mostri e l’innocenza
L’innocenza è l’ultimo film di Kore’eda Hirokazu, il regista è tornato a girare nel suo Paese, il Giappone. Il film è ambientato ai nostri giorni e ha per protagonista Minato, un preadolescente che vive con la madre, impiegata in una lavanderia. Il padre è morto in un incidente ed è sempre presente nelle conversazioni tra il ragazzo e la madre.
Improvvisamente Minato manifesta comportamenti insoliti. La madre, preoccupata imputa questo atteggiamento a un nuovo professore che ritiene troppo severo, colpevole di abusi psicologici e, persino, manesco nei confronti del figlio.
La donna si reca a scuola per avere lumi, ma si scontra con l’istituzione e soprattutto con la preside che non intende approfondire la questione. Quel che riesce a ottenere sono le scuse, con tanto di inchino collettivo da parte dell’intero corpo insegnante. L’istituzione, nel suo eccessivo attaccamento alle regole, appare sorda alle richieste della donna.
Qualcosa non torna se si vedono le cose con lo sguardo del professore o di Yori, un compagno di classe bullizzato perché ritenuto troppo effemminato. La realtà appare più complicata e diversa da quanto raccontato da Minato alla madre.
Il regista si muove avanti e indietro nel tempo, per mostrarci le stesse scene da altri punti di vista. In questi movimenti si sofferma sull’amicizia tra Minato e il ragazzino bullizzato, un’amicizia nascosta alla classe pena l’emarginazione dello stesso Minato.
I due ragazzi passano i pomeriggi insieme in bicicletta, raggiungono un luogo nascosto, percorrono una vecchia galleria per salire su un treno dismesso, lasciato su un binario in disuso, dove hanno creato un mondo fatto a loro misura con oggetti, giochi, fantasia. Lì i due amici scoprono la leggerezza, la libertà, un mondo che li rispecchia e non giudica. Minato e l’amico sono due ragazzini soli, anche Yori vive con un genitore, il padre, un macho, deciso a raddrizzare il figlio troppo effemminato.
L’innocenza appare come un rompicapo. Per gli adulti, non è leggibile con certezza, lascia false tracce.
L’amicizia tra Minato e Yori, il bambino “con il maiale nel cervello” (come gli dice il padre che lo vorrebbe più virile) mostra la profondità dello sguardo del cinema orientale e denuncia il vizio di giudicare e trarre conclusioni da pochi indizi e di individuare il mostro (Monster è il titolo originale e internazionale del film). Chi lo è? Lo è forse Minato che gira con un accendino e che alcune scene potrebbero far pensare sia l’autore dell’incendio di un bar? O lo è la preside segnata dal terribile incidente in cui ha trovato la morte un nipote e che si dice abbia scaricato sul marito? Lo sono, forse, i compagni di classe incapaci di tollerare un bambino come Yori?
Il film ha ricevuto a Cannes in premio per la migliore sceneggiatura.
Le musiche sono di Ryuichi Sakamoto, il compositore scomparso nei mesi scorsi.
Trailer ufficiale del Film: https://www.youtube.com/watch?v=WvnO56GLWdg