
Il condominio, specchio di una società
Madrid, all’interno di un palazzo residenziale, sette condomini si riuniscono per decidere in assemblea la sostituzione dell’ascensore, un intervento costoso ma sulla cui necessità tutti concordano. La riunione di condominio, terzo film di Santiago Requejo.
I condomini si ritrovano nell’appartamento che Alberto ha ereditato e che intende affittare, anzi ne approfitta per comunicare a tutti che ha trovato un inquilino, che si tratta di un suo collega di lavoro, Joaquín, un informatico con qualche problema di salute mentale. Basta questa informazione a cambiare tutto.
La riunione ormai conclusa si riapre per dare sfogo alle reazioni dei vicini. Fernando, un ex tassista dalle idee conservatrici è contrario che Joaquín venga ad abitare nel palazzo, chi vorrebbe un pazzo come vicino? Anche gli altri partecipanti sono timorosi, in autodifesa e privi di qualsiasi sentimento di apertura e solidarietà nei confronti del nuovo potenziale vicino che non conoscono. Alberto viene tempestato di domande come: Joaquín sarà pericoloso? Io ho una figlia adolescente, oppure avrà un disturbo lieve? Se guida o beve alcol di sicuro altrimenti… già si vedono un potenziale assassino e chiedono di votare per costringere Alberto di annullare il contratto. Aspettano Joaquín per fargli domande trabocchetto e trovare una ragione per cacciarlo.
La situazione degenera e la giovane Nuria, che da anni abita nel palazzo accusa gli altri di avere dei pregiudizi nei confronti della malattia mentale e fa coming out denunciando di soffrire di schizofrenia paranoide. Ormai, la macchina dell’odio si è innestata, Fernando e Lucas ne approfittano per rivelare reciproci rancori (figlio di papà, non fai niente, ecc.). A momenti di litigio si alternano anche momenti in cui fanno capolino le fragilità e le zone d’ombra di alcuni di loro, come Alberto inguaiato da una difficile separazione e problemi economici.
Complessivamente ciò che colpisce è l’intolleranza che si nasconde dietro il perbenismo di questi abitanti di un palazzo nel centro della città.
Il film richiama Carnage di Polanski e Perfetti sconosciuti di Genovese e Tutto in una stanza di Waterhouse, il meccanismo è lo stesso: una commedia di impianto teatrale che svela pensieri profondi e nascosti e contraddizioni dei vari protagonisti di fronte a una delle questioni più delicate del momento. In questo caso la percezione distorta dei disturbi mentali con conseguente discriminazione di chi ne è affetto.
Puntando su una eccellente recitazione collettiva il regista ci mette di fronte alle paure della società amplificandole e ci regala 80 minuti di preconcetti e molte risate, purtroppo amare.
Trailer ufficiale del film:
https://www.youtube.com/watch?v=D1OoO9YhBIo
