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In volo con “La vedova”

Tempo di lettura: 2 minuti

Milano ore 15: trolley e zainetto preparati, sto aspettando S. che viene da me perché, dove abita lei, oggi, c’è il Gay Pride e dalle 16 non si può più circolare. Appena arriva mi apre tutte le finestre dicendo che c’è odore di fumo e così entrano due milioni di zanzare. Abbiamo il volo per Lampedusa alle 19 da Linate ma sempre per paura di rimanere bloccati ha prenotato il taxi per le quattro.

Milano ore 16: arriva il taxi. Discettiamo con il taxista su elettrico si elettrico no. Siamo tutti d’accordo su elettrico no, ibrido sì. Ci raccontiamo vari aneddoti che avvallano il nostro elettrico no.

Linate ore 16.30: facciamo check in e ci accingiamo a tirare le sette. S. si scatena in tutti gli stand, vuole comprarmi un profumo, poi un costume, rifiuto.

Linate ore 17: l’aereo ha un ritardo di un’ora e mezza. Contando il volo, il ritiro bagagli (S. viaggia sempre con trolley che hanno la parvenza di piccoli Tir) e il trasporto in albergo è probabile che arriveremo alle undici e S. teme che non ci diano da mangiare per cui, contro il mio parere, fa scorta di tramezzini, patatine e bibite varie.

Linate ore 20.30: finalmente prendiamo posto sull’aereo. Ho di fianco una signora con un trasportino per un piccolo barboncino bianco, forse un maltesino, che betega con gli stewards che non vogliono che lo tenga in braccio e dietro una bambinetta con una vocetta iper acuta che fa capire perché Erode, tutto sommato, non aveva tutti questi gran torti.

Lampedusa ore 23. Siamo in albergo, seduti con un gruppo di simpatici romani e ci scofaniamo, alla faccia dei tramezzini, degli gnocchetti al pesto lampedusano, uno sformatino di melanzane alla siciliana e dei fantastici cannoli alla ricotta con chicchi di cioccolato.

Lampedusa ore 01: sono a letto e sto finendo le ultime pagine rimaste mentre tutto questo avveniva di “La vedova” di Saramago.

Il libro:

“La vedova” di José Saramago è una opera prima di questo autore, premio Nobel per la letteratura nel 1998, con il titolo originale di “Terra do pecado”, “Terra del peccato”, che già ci dà una indicazione del suo contenuto.

La storia:

Maria Leonor, madre di due figli, giovane proprietaria terriera, rimane prematuramente vedova , cadendo in una profondissima depressione, da cui riesce a stento ad uscire per fare fronte ai suoi doveri di madre e di gestrice delle sue terre. Ma la ritrovata salute si scontra con le pulsioni di un corpo ancora giovane che vedranno Leonor quasi soggiacere alle profferte amorose del cognato. La governante Benedita, che rappresenta la coscienza morale della casa, incomincia a farle una guerra spietata mandando Leonor fuori di testa. Nel frattempo anche il medico Viegas, di molti anni più vecchio di Leonor, ha un moto di desiderio nei suoi confronti e le propone, di punto in bianco, di sposarlo e dopo un amplesso…

Saramago, che già mi aveva choccato con il suo “Cecita’” anche in questa sua opera prima è riuscito a stupirmi e a intrigarmi con la sua prosa, qui, ancora acerba ma di grande potenza narrativa.

Da leggere ma non per palati troppo delicati.

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