La donna che fugge
Oggi c’è un maestrale che soffia a duemila nodi per cui di uscire in barca non se ne parla proprio.
Mentre tutti gli altri ospiti dell’ albergo hanno deciso di fare un giro turistico dell’isola io e S. decidiamo di rimanere in albergo a cazzeggiare, lei prendendo il sole e leggendo, io prendendo l’ombra e leggendo. Ho scoperto che dopo il COVID che mi ha visto passare mesi e mesi in casa da solo, sono diventato uno zic misantropo: dopo un po’ la troppa gente mi dà sui nervi e qui a Lampedusa dove, in genere, si fa vita di comunità, dopo qualche giorno di tutti insieme in barca, a cena e dopo cena, l’avere una giornata tutta da solo mi fa tutto sommato un grandissimo piacere.
Ho incominciato ieri a leggere prima in barca e poi in stanza l’ultimo libro di Alicia Giménez-Bartlett e oggi, grazie al vento e alla solitudine dell’albergo l’ho finito. Come avrà ormai capito chi mi legge da un po’ di tempo, io sono un lettore compulsivo ed onnivoro e devo dire che, dopo due libri come “Stupore” e “La vedova”, avevo bisogno di qualche cosa di più leggero e di più veloce e la Bartlett, nella mia personalissima classifica, questo rappresenta.
La storia:
In “La donna che fugge” troviamo la oramai nota, per chi ha già letto la Bartlett, ispettrice Pedra Delicado e il suo vice Firmin Garzón coinvolti nelle indagini su di un assassinio avvenuto nel mondo dello street food ambulante. Le loro ricerche per trovare l’autore di questo crimine sembrano finire sempre in vicoli ciechi e mentre la storia si dipana gli omicidi e i suicidi si susseguono rendendo, apparentemente, la risoluzione del caso sempre più lontana. Come sempre, mentre tutto ciò avviene, i nostri due eroi deliziano il lettore con scenette e battibecchi decisamente esilaranti. La soluzione del caso, assolutamente non scontata, avviene solo nelle ultime pagine con, oltretutto, un elemento inatteso che sconvolgerà la vita della nostra ispettrice.
Assolutamente da leggere per chi vuole passare qualche ora di buona lettura giallesca condita con divertente ironia.