La metamorfosi di un Narcos messicano
Emilia Perez, film pluripremiato a Cannes e agli ultimi Golden Globe, è l’ultima fatica di Jaques Audiard, un regista che ama sperimentare. Il film è una sorta di musical sui narcos in cui balletti e canti rendono manifesti i sentimenti che i personaggi non esplicitano.
Al centro c’è Manitas Del Monte, un boss di un cartello della droga messicano, che fa rapire la giovane avvocatessa Rita (Zoe Saldana) perché lo aiuti a diventare una donna.
Desidera da sempre cambiare sesso ma non è facile nel suo ambiente violento e ultra-machista. Per questo ha dovuto pianificare per tempo la sua transizione e il suo futuro, sono due anni che sta assumendo ormoni ed è giunto il tempo per dare il via all’operazione.
Rita, che lavora in uno studio in cui, con pochi scrupoli, si assistono dei criminali, deve trovare in un Paese lontano il chirurgo migliore e più discreto. In cambio avrà un ricco conto in Svizzera, Paese in cui Manitas mette al sicuro la sua famiglia, moglie e figli.
Trovato il chirurgo, il boss si finge morto per tutti, la sua dipartita è annunciata anche in tv. In seguito, resuscita come Emilia Perez (Karla Maria Gascon), una donna prosperosa e dallo sguardo seducente: nulla nel fisico ricorda Manitas.
Ma il passato non si dimentica e tornata in patria, Emilia organizza, il rientro in Messico dei figli (di cui ha nostalgia) e della sua esuberante “vedova” (Selena Gomez). A loro si presenta come una cugina del defunto padre e marito disposta a ospitarli nella sua ricca villa.
Inoltre, in un tentativo di liberarsi del passato ingombrante e violento, si dà al sociale: aiuta i bambini bisognosi e le donne sole e povere (a volte le stesse a cui, nella vita precedente, aveva fatto sparire i mariti).
Insomma, Emilia conserva pochissime tracce di Manitas: solo i figli e una ricchezza infinita. Sugli schermi televisivi appare come una benefattrice vestita da Saint Laurent. E qui ci fermiamo per non svelare i diversi colpi di scena.
Il film, come detto, è anche un musical tratto da un romanzo dello scrittore francese Boris Razon, ma ha in sé molti registri: è una storia di redenzione, ha elementi della tragedia, è un po’ favola, un po’ melodramma e un po’ thriller.
Insomma, Emilia Perez è un film ricco di colpi di scena, registri, barocco e imprevedibile. Il film così non ha messaggi per il pubblico, una tesi, ma suggestioni e stimoli come accade nel grande cinema.
Qualche critica il film l’ha ricevuta, soprattutto in Messico dove si accusa il regista di aver usato stereotipi, per la ricostruzione di ambienti messicani in studio. Il film è stato girato in Francia e la troupe è stata in Messico pochi giorni, ma sicuramente per Audiard la verosimiglianza non era così importante.
Trailer ufficiale del film: https://www.mymovies.it/film/2024/emilia-perez/