Lo sguardo di Medusa
La mia App “Word” ha fatto la muffa (“Morimondo” della scorsa settimana era un pezzo scritto prima delle vacanze) e ricominciare a scrivere non è stato facile: il bianco ansiogeno dello screen con l’astina immota e mille idee che passano per la testa dopo più di un mese di inattività fanno un po’ pauretta.
Poi le prime lettere compaiono sullo schermo e si riparte:
Come sono state le vostre vacanze?
Spero belle. Le mie hanno avuto degli alti e dei bassi con delle cose, nei bassi, anche belle toste: un figlio che è andato via da Milano, una amica che ha dovuto ricominciare la chemio e, da ultimo, la morte assolutamente inattesa di una persona che conoscevo da un sacco di anni e che ultimamente era diventata una sorta di costanza settimanale, hanno tinto di grigio fumo di Londra il mio agosto.
Ma si va avanti.
Anche con i libri non è andata benissimo: due o tre cose veramente scadenti di cui non voglio nemmeno parlarvi ma, in compenso, una sorpresa assai piacevole e divertente: appunto “Lo sguardo della Medusa” di Natalie Haynes.
La Haynes è una scrittrice e giornalista inglese con una formazione classicista che ha scritto molti libri sulla mitologia greca tra cui “Il canto di Calliope”, “Il vaso di Pandora” e “The children of Jocasta”.
Nel “Lo sguardo di Medusa” l’autrice ci racconta il mito di Perseo e di Medusa e lo fa con uno sguardo più attento a Medusa che non a Perseo che viene tratteggiato come un figlio di papà ( Zeus ), aiutato da un paio di altri dei che lo considerano poco più che un fastidioso mentecatto.
Nello svolgersi della storia si intrecciano anche i racconti dei capricci, delle gelosie, delle invidie, delle brame di potere e di supremazia degli abitatori dell’ Olimpo che l’ autrice ci descrive con una prosa veloce e piena di sottile ironia e umorismo.
Assolutamente da leggere se vi volete gustare 331 pagine di puro divertimento e in più farvi un piacevole ripassino della teogonia greca.