
Montagne meravigliose, cani pecorelle e il paradiso degli orchi
I colori di un arcobaleno all’alba, il volo di un’aquila al pomeriggio, la scia di una stella cadente di notte e una nuvola che abbraccia la montagna alla sera: i doni di questi cieli cadorini.
Sfuggendo al forno milanese, S. ed io siamo venuti a trovare i nostri grandi amici triestini L. e G. che hanno una casa a Borca di Cadore, pochi chilometri da Cortina.
Mentre S., come al solito, è alloggiata in una stanza principesca con letto matrimoniale, portafinestra con balcone verso il monte Antelao e soffitto alto dodici metri, io, come al solito, sono in un abbaino, con travi ad altezza tempia e, in più, spioventi e letto modello futon, che la prima volta che mi ci sono coricato poi c’è voluto del bello e del buono per rimettermi in piedi: oggi, smaliziato, beccheggio tre volte sul sedere e poi mi do lo slancio cercando di non finire impastato nella boiserie di fronte.
Le giornate scorrono dolci incastonate in uno scenario veramente mozzafiato.
S. ed io, notori lupi da terrazzo, limitiamo i nostri spostamenti a passeggiate in piano e per lo più con la finalità di raggiungere baite e masserie dove, chiedo venia ai vegetariani ed ai vegani, ci scofaniamo piatti di ravioli rossi, formaggio fritto, salumi e carni della valle. Ci accompagnano due simpatici bedlington terrier, Avana e Fritz, che assomigliano a due pecorelle. Nei pomeriggi , interminabili partite a Scarabeo con S.

Andando a letto prima delle galline, di notte è d’uopo leggere: mi sono portato una serie di libri ma mi sono impantanato con il primo di questi: “Il Paradiso degli orchi” di Daniel Pennac, il primo del ciclo di Maluassène del 1985 a cui faranno seguito “La fata carabina”, “La prosivendola”, “Signor Maluassène” ed altri sino al 2017.
Il libro lo avevo comprato più di un anno fa, per completare una serie di prendi due paghi uno, ma la copertina poco invitante me lo aveva sempre fatto spostare in coda.
In realtà, una volta iniziato, ho capito perché, a suo tempo, aveva avuto così tanto successo. La storia è surreale: Ben, a capo di una famiglia composta da una serie di fratellastri, come lavoro, fa il capro espiatorio ai Grandi Magazzini cioè finge di essere il responsabile dei reclami mossi da clienti insoddisfatti: i suoi atteggiamenti muovono a compassione gli interessati facendo così cadere il reclamo e facendo risparmiare una grande quantità di soldi alla società.
Ad un certo punto iniziano a verificarsi una serie di scoppi nella sede dei grandi magazzini e Ben è sempre presente ad ognuno di questi. La storia si ingarbuglia e vari personaggi, tra cui il cane Julius, vivacizzano il racconto.
Un libro che mi spiace non avere letto prima ma che di sicuro darà seguito a successive letture dello stesso autore.
Assolutamente da leggere se non lo avete già fatto. È una bellissima compagnia per le prossime vacanze che vi auguro felici e riposanti.
Arrivederci a Settembre.



