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Piccole invasioni barbariche

Tempo di lettura: 2 minuti

Come ti muovi sbagli è l’ultimo film di Gianni di Gregorio che molti di noi hanno conosciuto per il delizioso Pranzo di ferragosto. Ancora una volta si tratta di una commedia famigliare. Per certi aspetti la narrazione sembra prevedibile nel suo andamento, ma la delicatezza con cui il regista si muove e lo humor che punteggia il racconto la rendono deliziosa.

Il protagonista è un ex professore di liceo in pensione, non ne conosciamo il nome. Vive da solo, ha perso la moglie e la figlia, Sofia, vive in Germania.

Sta assaporando il tempo per sé e, forse, sta scrivendo un saggio sui Longobardi. Abita in una bella casa borghese assistito da un domestico che, oltre a pulire, gli prepara i pasti. La routine è garantita dagli amici che incontra al bar vicino. L’uomo sembra appagato e con questa organizzazione quotidiana crede di evitare dolori e guai, l’unica preoccupazione è l’amica Giovanna che vorrebbe iniziare con lui una relazione.

Tutto procede lentamente finché, senza preavviso, Sofia arriva a Roma con i due figli Olga e Tommaso. Il marito Helmut, docente universitario, l’ha tradita con una studentessa. I tre si piazzano in casa del professore, non c’è alternativa e allora addio quiete, e longobardi, addio anche al domestico che non sopporta il nuovo caos.

L’uomo si trova a occuparsi dei nipoti, poiché Sofia riprende gli studi per assicurarsi un nuovo lavoro. Così il professore si trasforma in cuoco, baby sitter, compagno di giochi. Con gioia e fatica fa quel che si deve, ma segretamente sogna la fine di questa convivenza forzata. Confida nell’arrivo di Helmut, con cui è in contatto, e alla ricomposizione della crisi coniugale tra lui e Sofia.

Mentre il padre sogna, Sofia contatta vecchi amici per rimpiazzare Helmut, un tentativo inutile gli amici di un tempo si rivelano inconsistenti, persone su cui non si può fare affidamento.

Il racconto di sposta su Helmut pentito e impossibilitato a comunicare con la moglie. L’uomo decide di mettersi in cammino, come un penitente, e da Heidelberg si muove scavalcando monti e pianure verso Roma. Nel suo viaggio incontrerà anche un lupo.

Come ti muovi sbagli può sembrare una favola, ma con leggerezza e quasi poesia entra nelle pieghe del quotidiano evitando banalità. Il professore che, come un novello Oblomov voleva solo evitare i guai e godersi la vita senza intrusioni, rivive sentimenti che aveva accantonato per la tranquillità: si commuove per l’innamoramento della nipote per un giovane rosticcere, e soffre per le difficoltà di Tommaso a cambiare ambiente. Insomma, il ciclone che gli piomba in casa lo induce a riflettere sulle sue illusioni e a lasciarsi andare senza paura. In fondo: stare lontano dalle grane garantisce la felicità?

Trailer ufficiale del film:
https://www.youtube.com/watch?v=6XhE9IDWaMg

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