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Ascesa e caduta del ministro dell’anticultura

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Per questa edizione del Resto delle Parole che riprende le sue uscite con qualche innovazione, avevo preparato un articolo sulla guerra in Palestina che nel mese di agosto si era macchiata di nuove tragedie. Ma nello stesso tempo l’Italia è stata colpita da un flusso di avvenimenti di grande interesse che mi hanno spinto a parlarne.

Scriverò dell’ultimo, la vicenda di Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura che ha destato tanto scalpore e tanta amarezza. Non so come definirla con precisione: forse la tragedia di un uomo ridicolo, una pochade o un melodramma, ma anche una commedia di Eduardo De Filippo, viste le origini partenopee del ministro.

Non c’è stato un lieto fine per il ministro: alle 17 di venerdì si è recato a palazzo Chigi è cinque minuti dopo la Radio ha annunciato le sue dimissioni irrevocabili.

Il clou dello spettacolo si è avuto mercoledì quando al Tg 1 Rai, alla presenza del direttore Gian Marco Chiocci, l’“autorevole” membro del governo italiano ha ammesso, tra le lacrime, di aver avuto “un rapporto personale affettivo” con Maria Rosaria Boccia, influencer e imprenditrice di Pompei. Sempre in “diretta” ha chiesto perdono alla moglie, poi ha tenuto a precisare che i costi della presenza dell’amica nei suoi spostamenti ufficiali li ha sostenuti sempre a proprie spese, senza mai incidere sul bilancio del Ministero. Ha voluto dimostrarlo esibendo decine di fatture.

Tutto questo spettacolo, a dir poco squallido, è stato trasmesso per un quarto d’ora dalla sempre disponibile Tv di Stato togliendo spazio alle notizie molto più importanti.

Il rapporto con la Boccia sarebbe durato da maggio a luglio con un percorso che verso la fine si è anche tinto di giallo. Il mistero nasce con la nomina dell’amica a consulente del Ministero per i grandi eventi, resa pubblica da lei sui social il 26 agosto. Inoltre le sarebbe stata affidata l’organizzazione del G7 Cultura a Pompei.

La dirigenza del Ministero la smentisce, ma vengono messe in giro delle foto che ritraggono insieme la Boccia e il ministro, scattate il 3 giugno a Pompei proprio il giorno in cui era stato effettuato un sopralluogo agli scavi per il G7.

“Ci eravamo visti solo per un caffè”, aveva detto Sangiuliano, ma viene smentito dalla sua ex amica. Ed ecco che sempre il 3 giugno compare su Facebook il post del sindaco che annuncia il suo avvenuto incontro col ministro e altri “per definire i dettagli dell’organizzazione del G7 che si svolgerà a Pompei il 19 settembre”. Seguono alcune foto del gruppo che riprendono il ministro e la Boccia in primo piano.

«La procedura di assunzione è stata interrotta – ha dichiarato Sangiuliano durante la sua confessione televisiva – prima che l’iter burocratico si completasse, per evitare un conflitto di interesse». Ma non poteva pensarci prima? È probabile che il “rapporto personale affettivo” sia stato interrotto durante la procedura.

Come ha reagito la ormai ex compagna? Già nel corso dell’ “affettuosa amicizia” si era premunita da possibili ripensamenti del partner con registrazioni di conversazioni all’insaputa dell’interlocutore; riprese video attraverso una mini telecamera installata negli occhiali. Stratagemmi da “007” da lei resi pubblici dopo le prime dichiarazioni di Sangiuliano e confermati dalla intervista rilasciata alla Stampa.

A questo punto viene da chiedersi con che faccia si sarebbe presentato a Pompei da ministro della Repubblica italiana – la Nazione storicamente più ricca di cultura – di fronte ai colleghi del G7?

Potrà ancora risalire la china dopo questa caduta vertiginosa? In passato è riuscito a salire dall’anonimato di giornalista di provincia sino alla carica nel Ministero, saltando da un partito all’altro. Per questa sua “abilità” lo avevano soprannominato “Tarzan” che saltava da una liana all’altra.

All’inizio della sua ascesa Gennaro (detto Genny) è iscritto al MSI, poi ai tempi del pentapartito della prima Repubblica, amico del ministro Francesco De Lorenzo, passa ai Liberali. Ma li abbandona quando il ministro viene incriminato durante l’inchiesta di Mani pulite.

Rientra a destra in Alleanza Nazionale diventando grande sostenitore di Gianfranco Fini. Poco dopo viene nominato vice direttore del Tg 1. Ma quando si rende conto che nello scontro tra Fini e Berlusconi il secondo è il vincitore, passa dalla sua parte, sino ai giorni in cui il Cavaliere non subisce la condanna della magistratura. Allora con un’altra liana salta sul carro di Matteo Salvini e viene nominato direttore del Tg2. Tramontato Salvini diventa subito meloniano e porta in “regalo” a Giorgia il telegiornale che dirige.

A quel punto viene miracolato col passaggio da giornalista a Ministro della Cultura, uno dei dicasteri più importanti. Ma già dall’ esordio del nuovo incarico si intravvedono le prime avvisaglie della caduta. Prima di tutto ha regalato poltrone ad amici suoi e a persone di fiducia del mondo meloniano. In due anni non ha dato vita a una seria politica culturale limitandosi a dare spazio a eventi legati al governo e ai fedeli di Giorgia; ha portato allo sbando la Rai considerata la prima azienda culturale del Paese.

«La Rai deve produrre delle fiction su La Fallaci e Montanelli», aveva dichiarato appena assunto il nuovo incarico. Ma gli era stato detto che su entrambi erano state già prodotte. Non contento, ordina un film su Pirandello ignorando che nelle sale cinematografiche veniva proiettato La stranezza diretto da Roberto Andò con Toni Servillo che interpretava Pirandello.

Insieme a queste e altre sortite arriva l’ondata delle gaffe che sono diventate il culto dei comici. Delle tante sue uscite “culturali” non ne ha azzeccata neanche una: dalla frase di “Dante fondatore della destra” al premio Strega dove pur essendo nella giuria, ammette di non aver letto alcun libro che concorreva; poi sentenzia che Colombo ha scoperto l’America seguendo le teorie di Galilei che però era nato nel 1564, cioè 72 anni dopo. Ne seguono tante altre come il “trasloco” di Times Square da New York a Londra.

Infine arriva il precipizio provocato dalla sua storia con la avveduta arrampicatrice Maria Rosaria Boccia e il tentativo di fare ammenda alla Tv invece di discolparsi in Parlamento come avrebbe fatto un vero uomo di Stato. Ma non c’è da meravigliarsi perché nell’attuale governo sono tanti i Sangiuliano, una specie di tribù di incompetenti che la Meloni difende a tutti i costi a danno della credibilità della nazione.

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