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Dacci oggi il nostro nemico quotidiano

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A veder certe cose, se non ci fosse da piangere e disperarsi, sarebbe da farsi una cannetta in compagnia e condividere qualche ora di sane risate.
La Lega di Salvini ha chiesto di inserire nel disegno di legge sulla sicurezza del Governo, un emendamento dedicato alla canapa attualmente coltivata per realizzare una miriade di prodotti utili alle attività pratiche e anche per l’impiego di alcune sostanze utili alla salute delle persone. Stiamo parlando della cosiddetta Cannabis Light, ovvero quella a bassissimo contenuto di THC, inferiore al 0,2%.
Ecco, per la Lega non bisogna neppure vederla disegnata, vietando «L’utilizzo di immagini o disegni, anche in forma stilizzata, che riproducano l’intera pianta di canapa o sue parti su insegne, cartelli, manifesti e qualsiasi altro mezzo di pubblicità per la promozione di attività commerciali. In caso di inosservanza è prevista la pena della reclusione da sei mesi a due anni e della multa fino a 20mila euro».

Verrebbe da andare tutti piazza e come si faceva una volta, gridare tutti insieme «scemo, scemo, scemo!»
La coltivazione della canapa segna una alleanza secolare con l’umanità. Più recentemente si è scoperto che oltre ad essere un ottimo prodotto da impiegarsi nella coibentazione degli edifici, la stessa coltivazione delle piante ha un felice impatto ambientale per contrastare il riscaldamento climatico. In Italia attualmente il settore – destinato a chiudere i battenti se il ddl avrà corso – interessa 3.000 imprese con 15.000 dipendenti.

Se poi vogliamo ragionare intorno alla canapa, quella più divertente, con un contenuto di THC sufficiente per ottenere effetti psicotropi sovrapponibili a quelli dall’assunzione del vino, beh, buona parte dei paesi più evoluti stanno seguendo la via della legalizzazione per due ragioni fondamentali: 1 – la cannabis (largamente in uso per ragioni ricreative da decenni anche in Italia) nuoce certamente meno del tabacco, dell’alcol e delle numerose droghe sintetiche che vanno per la maggiore, prodotte dall’industria farmaceutica (Fentanil per esempio), che stanno devastando porzioni gigantesche di umanità mondiali; 2 – la legalizzazione della cannabis anche con l’autocoltivazione consentita, leva dalle mani della criminalità il suo commercio, con un prodotto naturale più pulito e con un importante ricavo a vantaggio del fisco nazionale.

Se queste sono le ragioni facilmente verificabili, il proibizionismo segna invece un’ossessione che, senza soluzione di continuità da politica diventa patologica. La destra italiana, al governo con il passo fiero di Giorgia Meloni, disegna con lapis antropologico il volto del nemico, e lo addita al pubblico ludibrio dai manifesti elettorali, dagli spot televisivi, nella narrazione di una realtà che sembra opporsi alla buona, anzi ottima amministrazione della Nazione Italia. Dei comportamenti giovanili si tollerano le braccia tese, ma non quelle piegate a farsi una canna in santa pace, così come sono insopportabili rave o manifestazioni per la salvezza del pianeta o dei poveracci in mezzo al mare.

Ricordate quante definizioni violente e volgari sono state fatte circolare tra i social di area leghista sull’aspetto di Carola Rakete, comandante della Sea Watch3, colpevole di aver salvato la vita a centinaia di migranti, definita dall’ex ministro degli Interni «criminale tedesca, sbruffoncella e viziata comunista»… con tutti quei dread in testa, la maglietta sgualcita e nessuna intenzione di apparire figa.
Oggi è il partito di maggior Governo che sbatte sui muri delle città le facce dei nemici da odiare: i Fazio, Giannini, Littizzetto, Scurati. Ed è la Premier in persona che sbeffeggia la metà dell’elettorato italiano nemico, a partire dal pubblico della rete televisiva presso la quale, per legge, può diffondere il suo messaggio elettorale per essere votata e non andare al Parlamento Europeo.

Tutto questo è fascismo? Forse no, ma stronzismo lo è di sicuro. Ed è pericoloso e violento tanto quanto.

Da una bellissima intervista di Simonetta Fiori a Maria Berlinguer, figlia meno nota di Enrico, sul Venerdì di Repubblica di questa settimana, apprendiamo che “Per quarant’anni la tomba di tuo padre al Cimitero Flaminio è rimasta integra. Nell’ultimo mese per due volte è stata profanata: le aiuole divelte, i vasi infranti e rubati. Che idea ti sei fatta? «Uno squilibrato, evidentemente. Ma uno squilibrato fascista. Forse non è un caso che dopo quattro decenni di quiete avvengano episodi del genere: il pazzo si deve essere sentito legittimato dal mutato clima politico, una stagione segnata da violenza e dal revanchismo nero»”.

Eppoi, sul senso dello Stato, ma già sul senso della Politica, dall’intervista e i ricordi della figlia sono ancora le parole di Enrico Berlinguer che dovrebbero colare come oro sul Governo e il Parlamento di oggi: «Berlinguer era stato appena fischiato al congresso socialista. Mi ricordo la telefonata tra me e mio padre dopo i fischi di Verona. Io singhiozzavo come una scema. E lui, dolcissimo, cercava di calmarmi: “Ma che fai, piangi? Ma no, non devi. I fischi fanno parte della contesa politica. Non bisogna reagire emotivamente”. Era fatto così. Mi diceva sempre: chi fa politica non deve nutrire rancori. E bisogna sempre darsi il tempo per ragionare, per dare una sistemazione alle cose».

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/05/26/cari-telespettatori-e-da-po-che-non-ci-si-vede-lo-spot-di-meloni-su-la7-che-deride-la-stessa-rete-formigli-insulto-a-milioni-di-persone/7562941/

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