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Gaza, “quartiere di lusso per poliziotti israeliani”

Tempo di lettura: 3 minuti

In questi tempi pericolosi, tutte le volte in cui vedo comparire alla TV Ursula von der Leyen, o leggo sui giornali di qualche sua “impresa”, mi viene subito in mente Neville Chamberlain, il premier britannico che con la sua fragilità politica e l’incapacità di agire, negli Anni trenta del secolo scorso permise a Hitler di prendersi senza colpo ferire Cecoslovacchia e Austria per poi invadere la Polonia e provocare la guerra.

A quei tempi di Hitler ce n’era uno solo, mentre oggi sono due – Putin e Netanyahu – con l’aggiunta di Trump, il presidente palazzinaro e miliardario che con un colpo di spugna ha cancellato in pochi mesi la democrazia degli Stati Uniti e gli antichi buoni rapporti con l’Europa. La risposta della presidente della Commissione europea non c’è stata: è rimasta tra il totale immobilismo e il silenzio assordante. Le sanzioni ad Israele, appena decise, sono ridicole, come una tiratina di orecchie.

Come si può tacere di fronte a quanto accade a Gaza, di fronte a una strage quotidiana compiuta con sprezzante cinismo da un gruppo di governanti impregnati di un fanatismo religioso medievale. Il ministro della sicurezza israeliano Ben Gvir, nel suo ultimo intervento ha dichiarato: «Il mio piano, una volta conclusa la vittoria di Gaza, è quello di costruire un quartiere di lusso per i poliziotti, con vista sul mare. Sarà uno dei posti più belli del Medio Oriente». Parole raccapriccianti, degne di un Himmler.

Eppure un tempo Israele era molto diverso. «La guerra è una stupidaggine immensa», aveva dichiarato nel lontano 1972 la premier socialista Golda Meir. A quei tempi Israele doveva difendersi dagli attacchi degli Stati arabi; ma poco dopo firmò la pace con l’Egitto e la Giordania.

Erano i tempi in cui lo Stato ebraico era ammirato dalla società civile internazionale per il suo sviluppo, per la democrazia divenuta unica in un mondo reazionario dominato dal fanatismo islamico. Ma con il potere conquistato dalla estrema destra di Netanyahu, altrettanto fanatica, quella democrazia ha rivelato la sua vera faccia: oggi esprime un messianismo secondo il quale il male e il bene esistono in modo assoluto a prescindere dalla realtà della Storia.

L’altra grande delusione proviene dagli Stati Uniti dove le elezioni democratiche hanno regalato il potere a un uomo arrogante, dispotico, sopraffattore, tirannico. Trump appare come il protagonista del Tallone di ferro, romanzo scritto nel 1908 da Jack London che criticava duramente l’oligarchia capitalista dittatoriale negli USA di allora. Il presidente di oggi ha cancellato la stima che l’America democratica godeva nel mondo.

Come esempio, ho tratto un brano dal libro sulla biografia di Gaetano Salvemini, lo storico e politico italiano costretto dal fascismo a fuggire in esilio negli Stati Uniti. Venne ben accolto in quel Paese e assunto dall’università di Harvard. In una lettera al collega Felix Frankfurter, descrisse il significato del giuramento che fece nel 1940 per ottenere la cittadinanza americana. Ecco cosa scrisse:

C’è in questo Paese un’aria di generosità più ampia di qualsiasi altro Paese, almeno in Europa. Questa sensazione di trovarsi a casa qui ti conquista a poco a poco. E un bel giorno senti che non sei più in esilio. Quando pronunciai il mio giuramento, sentivo realmente che stavo svolgendo una grande funzione. Stavo gettando via non il mio passato intellettuale e morale, ma il mio passato giuridico. L’ho gettato via senza alcun rimpianto. Il giuramento è una formula meravigliosa. Ti viene chiesto di recidere il tuo rapporto con il governo del tuo Paese d’origine, non con le persone e la civiltà del tuo Paese d’origine. E ti viene chiesto di giurare sulla fedeltà alla Costituzione del tuo Paese d’adozione, cioè a un ideale di vita. *

Il professor Franckfurter, divenuto membro della Corte suprema, trasmise quella lettera al presidente F.Delano Roosevelt descrivendo Salvemini “a truly great soul”, un ‘anima davvero grande.

*Gaetano Salvemini, di Francesco Torchiani (Carocci editore)

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