La Banda Stern e il terrorismo israeliano
Era da prevederlo, il cinismo e l’arroganza di Netanyahu non hanno risparmiato le Nazioni Unite di cui anche lo Stato di Israele fa parte.
Eppure le truppe israeliane in Libano hanno compiuto, e continuano a farlo, attacchi intimidatori contro il contingente dell’ONU che da anni si trova al confine in missione di peacekeeping, cioè con il mandato di mantenere la pace e aiutare la popolazione in una zona molto “calda” dove gli Hezbollah lanciano missili contro Israele che ha sempre risposto sino ad arrivare all’ attuale invasione del Libano e ai bombardamenti terroristici contro la popolazione inerme.
Adesso le truppe dell’ONU, tra cui quelle italiane, danno fastidio a Netanyahu; costituiscono un impedimento all’invasione del Libano oltre a essere testimoni di quanto accade intorno a loro.
Perciò il premier, ha fatto sparare contro i militari della missione UNIFIL, ferendone alcuni, intimando loro di andarsene. Le risposte del segretario dell’ONU e dell’Italia sono state piene d’indignazione, ma soltanto parole e nient’altro.
Il “Palazzo di vetro” ha sempre mostrato debolezza nei confronti di Israele, anche quando il 17 settembre del 1948 (quattro mesi dall’indipendenza del nuovo Stato) i terroristi israeliani della banda Stern assassinarono a Gerusalemme il conte Folke Bernadotte, mediatore dell’ONU che si batteva per la divisione della Palestina in due Stati (palestinese ed ebraico).
Eppure Bernadotte, di nazionalità svedese, durante il conflitto mondiale era riuscito a salvare dai lager migliaia di ebrei.
Dei crimini compiuti in passato dai terroristi sionisti, se ne parla poco in Occidente, oltre che per i sensi di colpa dovuti a secoli di persecuzioni, anche per giustificare la reazione armata di un popolo pacifico che ha subito per tanto tempo sanguinosi pogrom, sino all’ultimo del 7 ottobre.
La banda Stern prende il nome dal suo capo Avraham che nel 1940, quando la Palestina era ancora un Mandato britannico, uscì dall’Irgun (gruppo armato clandestino ebraico) per creare con un centinaio di aderenti l’Organizzazione militare nazionale in Israele con lo scopo di combattere gli inglesi.
Dopo l’uccisione di Stern nel 1942 durante un conflitto con le truppe britanniche e l’arresto di appartenenti alla banda, il gruppo clandestino si riformò col nome di Lehi.
La nuova formazione, ufficialmente non riconosciuta dai dirigenti dell’ Agenzia ebraica, adottò una politica distaccata dall’ideologia socialista e anti-imperialistica.
Considerava il protrarsi del governo britannico in Palestina come una violazione del Mandato provvisorio e le sue restrizioni circa l’immigrazione ebraica un’intollerabile lesione del diritto internazionale. A differenza dell’Haganah e dell’Irgun, che combattevano su due fronti contro la Gran Bretagna e gli Arabi, il Lehi concentrò i suoi attacchi esclusivamente su obiettivi britannici.
Così il gruppo terroristico spiegava le sue azioni: «Noi siamo decisamente lontani da esitazioni di ordine morale sui campi di battaglia. Noi vediamo davanti a noi il comando della Torah, il più alto insegnamento morale del mondo: Cancellate fino alla distruzione. Noi siamo in particolare lontani da ogni sorta di esitazione nei confronti del nemico, la cui perversione morale è accettata da tutti. Ma il terrore è essenzialmente parte della nostra battaglia politica alle presenti condizioni e il suo ruolo è ampio e grande».
Sembra l’attuale ideologia di Netanyahu e dei fanatici ortodossi che appoggiano il suo governo. Il tono è lo stesso dei musulmani della Jihad con l’Iran in testa.
Ed ecco alcune azioni terroristiche del Lehi oltre alle uccisioni di militari inglesi, distruzioni di ponti, di raffinerie, di centrali elettriche e l’invio di pacchi postali esplosivi alle vittime prescelte: l’attentato al King David Hotel a Gerusalemme, del 2 luglio del 1946, che provocò 98 vittime tra inglesi e cittadini stranieri; il 31 ottobre a Roma la bomba contro l’ambasciata britannica che uccise due italiani (azione dimenticata dai nostri media); l’assassinio nel 1944 al Cairo di Lord Moyne, membro del governo britannico; il massacro di civili palestinesi nel villaggio di Deir Yassin a pochi giorni dalla indipendenza dello Stato d’Israele.
Il governo dello Stato d’Israele prese ufficialmente le distanze dal Lehi, ma amnistiò i suoi componenti. Nel 1980 istituì l'”onorificenza del Lehi”, che fu attribuita ai vecchi membri che ne fecero richiesta.
Nel 1988 Yitzhak Shamir, uno dei capi dell’organizzazione, divenne primo ministro.