Il 4 Luglio quest’anno è stato un giorno particolarmente speciale per me.
Come tutti gli anni, è il mio compleanno, ma stavolta l’ho festeggiato insieme alla Festa d’Indipendenza Americana e tra gli Americani. Ma soprattutto è stata la prima volta che ho potuto festeggiarlo con mia moglie.
Detto questo, bisogna dire che la giornata non è iniziata nel migliore dei modi, cioè con un lungo acquazzone che ha provocato diversi disagi: un’area di Boston è stata chiusa per pericolo inondazione e molti eventi sono stati cancellati preventivamente.
Questo, comunque, non ci ha impedito di attuare i nostri piani, che erano mangiare, vedere i fuochi di artificio, e fare un tour in barca intorno a Boston. Ho potuto mangiare la mia prima torta americana, di quelle col pan di Spagna bello alto, uno strato molto sottile di farcitura, e la crema di burro a coprire. Molto diversa da quella a cui siamo abituati, ma sorprendentemente buona.
Il tour in barca ci ha portati dentro un’atmosfera quasi Lovecraftiana (tra l’altro lo scrittore è vissuto a Providence, una città vicina a Boston), il mare e il cielo grigi e lo skyline di Boston avvolto dalle nubi. Intanto la guida ci spiegava che tre quarti della città di Boston è artificiale, cioè poggia su terra e cemento che anno dopo anno sono stati portati in acqua per rubare spazio all’Oceano. Oceano verso il quale non sono stati rispettosi per molto tempo, siccome lo usavano praticamente come discarica… e le acque piene di rifiuti e maleodoranti facevano sì che le case a ridosso del mare avessero le finestre solo sul lato terra, per l’odore ma anche per la vergogna, a detta della guida. Adesso il mare è molto pulito, e i Bostoniani ne sono molto orgogliosi.
Dopo il tour, e finita la pioggia, è stato bello poi muoversi per le strade tra i palazzi, molti illuminati dai colori della bandiera, in cerca di luoghi dove vedere i fuochi d’artificio. Con gli eventi principali cancellati preventivamente per la pioggia, in moltissimi si sono comunque organizzati i propri eventi pirotecnici, tanto che tutta l’area intorno al Charles River, il fiume che attraversa la città e dà un po’ di tregua dai grattaceli, era avvolta nel fumo. Così diverse volte ci siamo fermati sui marciapiedi, a pochi passi dai ragazzi che andavano da una stazione pirotecnica all’altra, per gestire questo spettacolo che avvolgeva Boston e ci teneva tutti con gli occhi puntati in alto.