Skip links

Dammi un’idea e ti solleverò il mondo!

Tempo di lettura: 3 minuti

Sì, è vero, la frase non era proprio così in origine. Infatti Archimede, il più grande matematico e inventore di tutti i tempi, a Siracusa circa 250 a.C. disse «Vectis mihi et ego commovebo mundi!» (Dammi una leva e ti solleverò il mondo!).
Quanto ha bisogno questo mondo di essere sollevato? E, soprattutto, quanto ci mancano gli inventori capaci di cambiarlo questo mondo, magari con la scoperta di un nuovo principio che ci faccia esclamare tutti insieme: «Eureka!»

Non so se succede di pensarlo anche a chi mi sta leggendo, a me pare che di idee nuove in giro non ce ne siano. Tutto sembra procedere – molto nel male, poco nel bene – come pre-impostato non si sa bene da chi. E anche quando i risultati delle nostre scelte sono pessimi, si persevera sulla stessa strada, con gli stessi metodi.

Salvo rari casi, come questo: A Firenze Comune e Fondazione Destination Florence lanciano l’iniziativa per fare incontrare domanda e offerta contro il caro-affitti: stanze a 150/300 euro al mese per gli studenti fuori sede nelle case degli over 65 soli o anche in coppia. In altre parole, si fanno coincidere due necessità tra loro molto diverse e distanti: quella disperata di case da parte degli studenti con quella di arricchire di vitalità le giornate di cittadini in età post lavorativa. Un co-living originale che ha un potenziale sociale e umano enorme, supportato e assistito dalle associazioni Auser laboratorio casa e Cooperativa Il Girasole, con il coinvolgimento anche dell’Università, che osserveranno la buona applicazione delle regole di convivenza incluse responsabilità e compiti domestici, oltre all’equilibrio economico degli accordi e i risultati scolastici degli studenti.

Questo progetto originale, spicca per solitudine in mezzo a temi molto più grandi dove si applica, invece, il ben conosciuto modo sbagliato di fare le cose. Un paio di esempi? Eccoli: E’ di questi giorni l’ennesimo suicidio in carcere (Sollicciano) da parte di un ventenne tunisino, arrivato in Italia ancora minorenne stipato in un camion, poi arrestato per furto. Il carcere in questo periodo è zeppo di detenuti e cimici, con scarsità d’acqua e un caldo infernale. Questo giovane suicida – che ha pure riempito la serratura di plastica per rallentare gli eventuali soccorsi – che possibilità di cambiamento positivo aveva nell’istituzione carceraria? Anzi, pongo la domanda vera: serve a qualcosa il carcere salvo formare e radicalizzare la criminalità?

Le droghe. Negli ultimi 12 mesi in Italia sono state trovate per sequestro, 70 nuove molecole sintetiche realizzate quasi sempre con derivazione farmacologica e messe sul mercato globale tramite dark web e deep web, spesso pagabili in cripto valute e con sistemi di consegna a domicilio. La diffusione degli oppiacei sintetici è tale e così normale, che le ragazze avvedute nelle discoteche hanno imparato a tenere sempre il palmo della mano sul loro bicchiere per evitare ‘incidenti’.
Il Fentanyl in America ha già fatto 100.000 morti, in Italia un’operazione antidroga a Piacenza ha portato al sequestro di 100mila dosi arrivate dalla Cina… eppure si va avanti con idee proibizioniste vecchie come il cucco e affermazioni dogmatiche tipo “le droghe sono tutte uguali” arrivando addirittura a mettere fuori legge la canapa ligth.

In campo progressista scorrono ragionamenti dove personalmente mi sento più comodo, tuttavia, anche qui mi pare che si dia per scontato una visione del mondo non così dissimile da quella del campo avverso. Anzi, se devo dirla tutta, questa ostinazione frontista contrappositiva la trovo noiosa e sterile. Per dire: chissenefrega se la Meloni non si dichiara antifascista, occupiamoci di trovare un’idea buona per cambiare le cose. Meglio di me la dice Claudio Tito – corrispondente da Bruxelles ed editorialista per l’Europa – a commento della vittoria Laburista in Inghilterra: «Nella storica vittoria dei laburisti britannici c’è una lezione e un piccolo spicchio di speranza. Il populismo e la destra, nelle varie forme in cui si manifesta in Europa e nel resto del mondo, si può sconfiggere. Ma serve un progetto politico. Un disegno. Gli slogan della demagogia nazionalista si possono fronteggiare solo con le idee. Perché il terreno della propaganda e dell’istinto viscerale, per la destra è sempre quello più agevole. È il suo habitat naturale».

Crozza da tempo suggerisce a Elly Schlein di guardare le puntate arretrate del Dataroom (La7) di Milena Gabanelli e da lì ricavare un programma di lavoro concreto, stringente, urgentissimo, chiarissimo come la Gabanelli, appunto. Ed ha ragione il comico genovese per andare direttamente sul ‘fare’.
Ancora più urgente però è farsi un’idea del mondo che vorremmo, senza vecchi schematismi, ma anche senza paura di apparire folli perché è di tutta evidenza che la follia è di questo mondo che ci tocca vivere ogni giorno.

Per pensare a un nuovo mondo, come necessario, dovremmo pensarci nuovi noi stessi che siamo cosa ben diversa da un avversario petulante del populismo. Insomma, come dice Michele Serra «Sarebbe servito (servirebbe ancora) un lavoro sereno e tenace, da “tempi di pace”, che dia l’impressione che la sinistra esista per proporre le sue cose, con i suoi tempi e la sua agenda, non solo per fare argine e gridare “al lupo!”. Una sinistra di buon umore, non costantemente in allarme, quando riusciremo mai a rivederla e risentirla?»

Explore
Drag