Il bicchiere non fa il monaco
Oggi non mi va di parlare di cose troppo serie.
Non so perché, ma vorrei rimanere sulla superficie, analizzare una cosa frivola, scherzarci un po’ su.
Essere leggera.
Come quando si beve un aperitivo, soli, senza se e senza ma, per galleggiare per una buona mezz’ora nel nulla cosmico con quella tipica espressione vagamente inebetita e serena, che solo un buon cocktail aiuta ad assumere.
In verità, ho fatto proprio una scommessa su questo argomento… quello degli aperitivi intendo.
Tranquilli, non sto per recensire tutto il panorama degli attuali cocktail di grido, per spingere chi mi legge a sceglierne uno piuttosto che un altro.
In realtà, la mia è una battaglia sulla “discriminazione sessista” che spesso accompagna il mio aperitivo preferito.
Chi mi conosce bene lo sa.
Odio i prosecchi, perché li percepisco “chimici” e al primo sorso, il mio stomaco inizia a fare tafferugli.
Odio gli spritz, perché mi evocano dei mal di testa tremendi, poi quel colore… sta male su qualsiasi cosa si indossi.
Amo alla follia solo un unico cocktail: il Margarita.
Secco, forte, deciso.
Ebbene, gli uomini, spesso, disdegnano il margarita sulla base della sua presentazione, dell’estetica con cui si mostra.
La sua “veste” lo fa percepire come un prodotto estremamente “rosa”, di nicchia, femminile, inadatto al maschio assetato volitivo e sprizzante virilità.
È vero, il bicchiere con cui viene servito è una sorta di coppa sinuosa e aggraziata dal gambo esilissimo.
Pensate a come viene servito un Americano o un Negroni… sembrano monoliti da impugnare con mano ferma e presa decisa.
Sono prepotenti anche nell’ occupare il tavolo o il bancone di un bar.
Il calice del Margarita invece, sembra un fiore aperto, i cui petali cosparsi di sale, preparano la bocca ad essere accolta, solleticata… e a portarlo alle labbra, sono poche dita che ne stringono elegantemente l’esile stelo.
Ma badate bene,
la tequila che vanta tra i suoi ingredienti, non è così delicata nello sbocciare… anzi, scende giù fredda e in fretta, finendo per incendiare le viscere a tradimento, con un contraccolpo che oserei definire quasi felino.
Il Margarita non è roba per “damine dell’ 800”.
Il primo margarita, è puro, onesto e sfacciato benessere.
Al secondo giro, potete sentire le gambe già piuttosto pesantucce, anche se vi fate ore di pesi ed esercizi massacranti in palestra manco doveste diventare dei navy Seals.
Al terzo, si entra direttamente nel mondo degli unicorni e degli arcobaleni e difficilmente i discorsi filano in modo ordinato e comprensibile.
Forse, chi etichetta il Margarita come cocktail prettamente femminile, dovrebbe approcciarsi ad esso come se stesse per immergersi in una grande e stuzzicante sorpresa, lasciandosi conquistare dalle fusa che emette, senza trascurare il graffio felino che è in grado di infierire una volta che vi ha ha lisciato il palato.
Insomma, non è una donna provocante che alla fine vi delude.
Anzi.
Tutt’altro.
Ha un bel vestito, non è volgare e non è assolutamente frigida.
Quel sale sul bordo del bicchiere (e non oso pensare a cosa potrebbe scriverci in proposito uno come Malgioglio), mette sete e va a nozze con il sapore acidulo del lime.
La tequila infine, abbraccia il corpo e ne fa ciò che vuole, portandovi lontano… forse in Messico, sotto quel cielo, sotto quelle nuvole.
Si narra inoltre, che il Margarita fosse il cocktail preferito dello straordinario Jack Kerouac. E insomma, non stiamo parlando di un uomo qualsiasi.
Pensate a ciò che scrisse, mentre sorseggiate questa meraviglia alcolica:
“Perché per me l’unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano… bruciano… bruciano come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno ooohh.”
Insomma, uomini, ravvedetevi.
Il bicchiere, non fa il monaco.
Il Margarita è donna e vale la pena cedere al suo fascino… sempre che siate abbastanza forti da potervelo permettere.
Copertina: foto https://www.balarm.it/