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L’AI e le risposte a portata di mano

Tempo di lettura: 3 minuti

Ricordo che quando ero piccola alle elementari capitava che le suore ci assegnassero come compito a casa “fare la ricerca su…”. Solitamente si trattava di un lavoro abbastanza lungo e laborioso, che prevedeva di trovare delle fonti attendibili che, se in casa c’era un’enciclopedia si era già a metà dell’opera. Io ero abbastanza fortunata perché avevamo un’enciclopedia, però finivo spesso col perdermi tra libri dai nomi impronunciabili come “Calig-Chirop” e “Flint-Gorj” dovuti ad un banale ordine alfabetico dei volumi, ma che ad una bambina di 8-9 anni sembravano quasi parole magiche. Insomma negli anni ’80 fare ricerche era un compito abbastanza impegnativo.

I bambini degli anni 2000 hanno sostituito i libri dell’enciclopedia dai nomi magici, con i motori di ricerca dai nomi altrettanto misteriosi come “Google” e “Yahoo”. L’Artificial Intelligence (AI) è un’ulteriore passo in avanti, nel senso che non solo ci fornisce risposte veloci quando cerchiamo un argomento, ma è anche possibile interrogarla facendo domande dirette come “perché in autostrada si formano code anche quando davanti non c’è nulla?”.

I motori di ricerca stanno evolvendo insieme all’AI e come molti di voi avranno notato è apparsa l’opzione “Cerca per immagine”, che ci permette caricando una figura, di chiedere cosa sia… per dire fotografiamo un fiore, vogliamo sapere cos’è, carichiamo la foto e in pochi secondi abbiamo una risposta ragionevolmente certa (se non l’avete mai fatto, provate… vi stupirà!). Tuttavia, nonostante questo, la mia esperienza suggerisce che non sempre c’è una risposta immediata e certa.

Anche se faccio altro nella vita, nel cassetto ho una laurea in Geologia, con specializzazione in giacimenti minerari, e ho sempre avuto una passione per pietre e minerali. Quest’estate camminando in montagna ho notato una roccia che aveva qualcosa di singolare, anche se all’apparenza era grigiastra, non ho resistito e l’ho presa. Una volta portata a casa l’ho lavata e pulita accuratamente con uno spazzolino e, magicamente, il grigiore è sparito ed è apparso qualcosa di inaspettato… minerali bianchi e grigi amalgamati, cristalli neri ben definiti e una vena blu-verdognola (potete vedere la roccia nella foto di quest’articolo). Ero affascinata e volevo capire che minerali fossero, quindi ho rispolverato libri e conoscenze apprese negli anni universitari ed ho fatto una lista di ipotetici minerali, basandomi su geologia del luogo di ritrovamento e minerali che potessero essere in associazione in una roccia… e si perché non tutti i minerali possono stare insieme, la formazione dei minerali dipende da tantissimi fattori e alcuni si escludono a vicenda.

Mentre parlavo con un’amica della mia ricerca mineralogica, mi ha detto “ma perchè non la fotografi e carichi su Google? Così ti dice cos’è e non stai a sbatterti…”.
Eh già, perché non l’avevo fatto? Onestamente posso rispondere che non ci avevo pensato, sono una bambina degli anni ’80 abituata a fare ricerche e non ad avere risposte “pronto uso”. Detto questo ho seguito il consiglio. Il risultato è stato molto deludente, il motore di ricerca mi ha fornito decine di possibili minerali (alcuni altamente improbabili) ed anche in contraddizione tra di loro.

Perché? Perché il motore di ricerca non ha tutte le informazioni necessarie per riconoscere i minerali da una semplice foto, e perché, con rare eccezioni, l’apparenza non è sufficiente per identificare un minerale… un medico darebbe la medesima risposta nel caso di una foto di un’eruzione cutanea caricata su un motore di ricerca per individuare una malattia. L’apparenza spesso inganna e serve sempre il contesto.

Quindi per risolvere il dilemma dei minerali ho usato il metodo più sicuro, la rete degli ex studenti di Geologia (che per adesso è più potente dei motori di ricerca più avanzati): i cristalli bianco-grigi amalgamati sono un misto di quarzo, feldspato e miche, i cristalli neri sono una varietà nera di tormalina, mentre la vena blu-verdognola è clorite (che ha un insolito aspetto microcristallino, difficile da individuare anche per occhi esperti).

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