Skip links

Ma dove è finito il Novecento?

Tempo di lettura: 3 minuti

Chi non ricorda il bellissimo film di Bernardo Bertolucci NOVECENTO? Il film uscì nelle sale nel 1976 e raccontava in due atti – cosa insolita per il cinema ma necessaria per la complessità della vicenda – mezzo secolo di storia del nostro paese, attraverso due personaggi emblematici: un proprietario terriero, Alfredo, e un contadino, Olmo, amici-nemici avviluppati nello stesso turbinio di esperienze tragiche, dalla nascita del fascismo alla liberazione. De Niro e Depardieu, straordinari rispettivamente nel ruolo del padrone e del contadino, insieme a tutti gli altri personaggi del film ci trasportarono nella pianura padana delle lotte contadine, della violenza dei fascisti e della libertà riconquistata, con un finale dolceamaro che annuncia le complessità dei tempi a venire.

Da titolo cinematografico, in questa epoca di avvenimenti tragici, il Novecento è diventato l’occasione per interrogarsi sul presente, un riferimento per capire cosa è che contraddistingue rispetto al passato la nostra epoca tanto inquieta. Ha cominciato Alessandro Baricco con un intervento su Substack, ripreso da un quotidiano nazionale che lo ha fatto diventare una specie di rubrica quotidiana. Baricco definisce il Novecento un animale morente, a cui hanno dato il colpo di grazia quei giovani che hanno manifestato con tanta intensità per Gaza, giovani che sostiene lo scrittore, sono sicuramente un quarto d’ora avanti a tutti.Da una parte, infatti, c’è il Novecento con la sua storia tragica e il suo bagaglio scaduto pieno di confini, di eserciti superarmati, di nazionalismi mentre dall’altra sta apparendo un mondo nuovo, ancora informe che però ha già cominciato a far saltare, anche grazie al digitale, le categorie su cui si sono costruiti i disastri del passato.

Si, è vero che muri e confini grazie al digitale perdono consistenza mentre nasce un mondo più liquido e trasparente, risponde Michele Serra ma il Novecento è stato anche un secolo bifronte e se nella prima metà abbiamo assistito ai peggiori massacri nella storia dell’umanità è pur vero che nella seconda metà il pacifismo, il femminismo, la liberazione sessuale, le conquiste della scienza ci hanno aperto orizzonti nuovi senza i quali neanche la rivoluzione digitale si sarebbe affermata. E se il web ha dimostrato la stupidità dei confini è pur vero che questo web è regolato da padroni che credono che la democrazia sia un ferrovecchio da rottamare,come ci ha mostrato bene Elon Musk con il suo X.

Ma dobbiamo fare attenzione ai punti di vista troppo ancorati a categorie temporali, osserva Stefano Massini. Detto più chiaramente Serra e Baricco basano le loro osservazioni sul tempo che passa, sul Novecento e sul Duemila, su un prima e su un dopo. Se invece passiamo dal tempo allo spazio, ci rendiamo conto che queste analisi risentono di una presunta centralità intellettuale occidentale che di fatto non esiste più, espressione di una cultura intorno alla quale hanno ruotato i due minuscoli millenni che ci hanno preceduto. Le briglie del cavallo non sono più nelle nostre mani e bisogna fare attenzione perché il sistema operativo dei nuovi hardware non è detto che vada bene per i software a cui il nostro pensiero è abituato.

Insomma una discussione non inutile, che tocca punti sensibili a giudicare dagli interventi successivi che questo tema ha sollecitato, compresi quelli di Corrado Augias, Michela Marzano, Umberto Galimberti o di storici come Sassoon e Chapoutot, tanto per citarne alcuni.

Per rimanere sul piano dei fatti e lasciare il Novecento alla inevitabile nostalgia di chi lo ha vissuto, quella che è sicuramente una chiara differenza tra la seconda metà del Novecento e l’epoca presente la descrive bene Manlio Graziano in un libro pubblicato da Mondadori con il titolo Disordine Mondiale. Manlio Graziano, docente di Geopolitica a SciencesPo e alla Sorbona, dopo averci ricordato che la pace è sempre stata l’ordine imposto dai vincitori agli sconfitti, compresa la pace e l’ordine seguiti alla seconda guerra mondiale, ci dice che il carattere caotico e conflittuale del secolo che è appena cominciato è dovuto a diversi fattori combinati tra loro tra cui, in primis, la dissoluzione del vecchio mondo bipolare, la contemporanea ascesa di attori come la Cina e l’India e soprattutto la perdita del potere egemonico degli Stati Uniti. Un Disordine Mondiale inevitabile, appunto, con cui dobbiamo fare i conti. Quali che siano le differenze con il Novecento è con questo Disordine che dobbiamo prepararci a convivere.

Un altro intenso momento del film “Novecento” di Bernardo Bertolucci
Explore
Drag