Parole inafferrabili
Le parole prendono sostanza quando si sanno riconoscere. Fin tanto che non si crea una prima conoscenza, le parole sfuggono e men che meno si depositano nel sapere.
Mi diverte molto sentire parlare persone che simulano una conoscenza di argomenti, ora pop, come innovazione, resilienza, solidarietà afferrando l’attualità del tempo ma non afferrando il significato che richiede molto di più del saper leggere.
Alcune parole rimangono di fatto inafferrabili, anche quando sono semplici o rese semplici, perché si trovano alla frontiera del conosciuto e chiedono quindi un “salto”, un passaggio di “soglia”, un nuovo livello di conoscenza.
Esperienza
Non si tratta di imparare una nuova lingua. L’unico modo di imparare è di avere esperienza della parola. E’ una esperienza diretta, in prima persona, che deve attraversare un processo articolato in cui sono orchestrati dal mio corpo l’osservazione, la comprensione, il sentire su una “base” che, per ora, definisco un misto tra passione e intenzione.
E’ facile quando l’esperienza si colloca nel mio fare quotidiano. Un esempio carino e divertente me lo ha proposto Ismo Leikola, una specie di “puffo” finlandese che racconta come ha appreso in inglese il verbo “bastare – arrivare alla sufficienza” nel versare un caffè, un “aatee te te te te”.A lui, come a me e come anche a te, basta la condivisione di una gestualità e di un suono che diventa icona che evoca in modo simbolico quell’oggetto o quel fare comune.
https://youtu.be/I21QYzumagc?si=5U1YIp3DeyleGz8C
Significato
Parole invece come per esempio innovazione raccontano un agire, resilienza una capacità, la solidarietà un atteggiamento, tutte molto distanti dagli atti quotidiani di una giornata qualsiasi della gran parte delle persone. O meglio che non vedo e che tengo fuori dalla mia giornata qualsiasi salvo parlarne a tavola tra un pezzo di pane o una galletta e una fetta di salame o un’insalata. Il problema è che non si mangiano per assorbirne la conoscenza.
Quando provo a spiegarle riesco solo a trasferire l’informazione, una collezione di dati. Wikipedia mi/ci aiuta molto. Conosco esperti che ormai aggiungono al loro cognome o nome il prefisso Wiki (WikiRossi, WikiBianchi, WikiPaola, WikiLorenzo ecc.).
Ma la conoscenza? Beh quella è un’altra cosa! Quella richiede di nutrirsi del significato, il modo collettivo che lega delle lettere tra di loro. Quel significato richiede l’esperienza diretta in prima persona e il più delle volte, “lì cade l’asino”. L’asino, per il mio browser, è “mancanza di conoscenza o intelligenza che attribuiamo ai nostri consimili (1.930.000 visualizzazioni in 0,29 secondi)”.
Ti può interessare leggere qualche mio articolo per afferrare delle parole che raccontano il futuro che emerge e prendertene cura? Se SI rispondi a questo survey monkey dove propongo le prime 9 parole inafferrabili: Innovazione, Resilienza, Solidarietà, Ecosistema, Anti-fragilità, Intelligenza connettiva, X -thinking, Rischio, Complessità.
https://it.surveymonkey.com/r/7BTPR3Y
Copertina: Immagine di Gordon Johnson da Pixabay