
Sarà il limitarismo a salvarci dai ricchi?
Il mese scorso il Financial Times ha dato notizia che il board di amministrazione della Tesla, ha proposto un premio retributivo di mille miliardi di dollari a Elon Mask, questo perché «Fidelizzare e incentivare Elon è fondamentale affinché Tesla diventi l’azienda più preziosa della storia». Elon Mask – che tutti conosciamo anche per i suoi vissuti con il variegato attuale presidente degli Stati Uniti d’America – è uomo con un patrimonio stimato di poco inferiore ai 400 miliardi di dollari, e che almeno fino al 2018 non pagava alcuna tassa sul reddito grazie a un suo modo furbo di retribuirsi, dichiarando con orgoglio che «prima vengono per me, poi per tutti voi».
A commento di questa notizia che certo non è così sorprendete di questi tempi, ci sta bene una frase coniata da Oxfam nel 2023 a corredo di un importante rapporto sulle disuguaglianze nel mondo.
«Ogni miliardario è la prova di un fallimento politico».
Oxfam è una confederazione di 20 organizzazioni internazionali non governative che lavorano per sradicare la povertà e l’ingiustizia, attraverso aiuti umanitari, progetti di sviluppo e campagne di sensibilizzazione in oltre 90 paesi.
Leggendo quel rapporto e in generale la comunicazione Oxfam, mi chiedo sgomento perché quei contenuti ricchi anche di proposte concrete in tutti i campi, non siano presi in toto e inseriti nei programmi politici di tutti i partiti progressisti del pianeta…
Insomma, il tema è la disuguaglianza economica che, sempre secondo Oxfam, circa il nostro paese «A fine 2021 il 10% degli italiani più ricchi deteneva oltre 6 volte la ricchezza della metà più povera della popolazione. Nel 2021 l’Italia si collocava in 20° posizione su 26 paesi dell’UE per il profilo meno egalitario della distribuzione dei redditi disponibili. Tra il 2005 e il 2021 la quota di famiglie in povertà assoluta è più che raddoppiata, con una crescita significativa anche tra le famiglie di occupati. Un lavoratore su 4 In Italia ha una retribuzione individuale bassa (cioè, inferiore al 60% della mediana) e un lavoratore su 10 si trova in situazione di povertà».
Se ogni miliardario è prova di un fallimento politico, figuriamoci la moltitudine di lavoratori precari, sottopagati, e comunque il fatto – certificato OCSE, l’organizzazione dei paesi più industrializzati – che dal 1990 al 2020, l’unica nazione in cui i salari medi sono andati indietro invece di crescere è stata proprio l’Italia.
In una visione più globale del problema, si inserisce la pubblicazione del libro “Limitaranism: The Case Against Extreme Wealth” (per il momento solo in lingua inglese, ma già molto discusso e citato anche nel nostro paese) di Ingrid Robeyns, economista e filosofa belga/olandese, con cattedra di Etica delle istituzioni presso l’Università di Utrecht, nota sostenitrice del limitarismo economico.
Per la Robeyns la ricchezza estrema oltre che ingiustificabile è nociva per tutti, ricchi compresi. La studiosa propone come rimedio ad un male che danneggia anche i sistemi democratici, il limitarismo, in grado di sanare i mali provocati dal capitalismo neoliberista. Si tratta di porre un limite rigido alla ricchezza che una persona può accumulare. Citando studi inglesi e olandesi che fissano in 1 milione di euro a testa la ricchezza (etica) ampiamente sufficiente per un largo benessere della persona, rilancia i valori fino a 10 milioni di euro a testa come valore (etico e politico) che potrebbe essere fissato come massimo a disposizione di una persona. Come? Rivedendo il modo in cui si accumula il denaro, le retribuzioni, le tassazioni incluse quelle di successione.
La ricchezza ‘eccedente’ sarebbe impiegata per riequilibrare le disuguaglianze, per rispondere ai bisogni urgenti della società e per il bene comune: comune anche ai milionari.

Un’idea nuova, coraggiosa e rivoluzionaria? Manco per sogno: il limitarismo è una corrente di pensiero nata in Italia nel 1972 in un contesto che si chiama ancora adesso “Club di Roma” e che allora produsse il rapporto “I limiti della crescita” (The Limits to Growth) che analizzava l’impatto della crescita esponenziale della popolazione e dei consumi sulle risorse limitate del pianeta, segnando l’inizio di un dibattito sulla necessità di porre dei limiti allo sviluppo e alla ricchezza diseguale.
Secondo il limitarismo non dobbiamo porci l’obiettivo della riduzione della povertà ma quello di sradicare la ricchezza estrema: in questa sta il nodo che ingroppa le possibilità di concreto e materiale benessere sociale, non solo in senso etico e di giustizia.
L’accumulo eccessivo di ricchezza è dannoso per la società nel suo complesso, in quanto compromette l’uguaglianza politica, l’equità economica e, addirittura, la sostenibilità ecologica, inoltre, rende impossibili i successi di potenziali talenti e menti geniali che popolano anche (se non più) le classi meno abbienti. Così i figli dei ricchi saranno ricchi e quelli dei poveri, poveri senza opportunità… e sappiamo bene che spesso le seconde generazioni delle importanti famiglie imprenditoriali a volte si distinguono per lo sperpero dei patrimoni industriali; un tema anni fa trattato con preoccupazione anche da Confindustria circa casi italiani più e meno noti.
Eppure la sinistra italiana arrossisce quando qualcuno di loro sostiene la possibilità di applicare tasse ai patrimoni. Così l’operatore ecologico che al mattino ritira la mia spazzatura differenziata, paga la metà del suo reddito in tasse e previdenza (a sua volta fabbrica di disuguaglianza), mentre il milionario che si arricchisce con la finanza (spesso disastrosa per la qualità delle imprese), o il figlio erede di paperone, senza alcun merito, diventa super-ricco, non hanno doveri verso il fisco, ovvero, verso le necessità sociali.
E i milionari che ne pensano?
In Italia i milionari sono 457 mila, il primo della fila è Giovanni Ferrero (beata Nutella!), il suo reddito annuale vale 700 mila volte il reddito medio del nostro paese. Le agenzie di analisi economica dicono che il totale del patrimonio dei milionari tricolore vale 6,3 trilioni di dollari che diventeranno 7,4 entro i prossimi tre anni. Comunque il valore attuale corrisponde al triplo del nostro PIL.
Facile immaginare cosa pensino del limitarismo queste persone fortunate, tuttavia, quattro di loro hanno già aderito e firmato le petizioni del “Patriotic Millionaires”, Il gruppo di multimilionari (al momento 121 in tutto il mondo) che vuole pagare più tasse e che raccoglie alcune tra le persone più ricche di Regno Unito e Stati Uniti, secondo cui imposte più alte ai super-ricchi porterebbero vantaggi per tutti.
Vuoi dire che saranno i ricchi a salvarci dai ricchi?
Il rapporto Oxfam del 2023:
https://www.oxfamitalia.org/wp-content/uploads/2023/05/Oxfam_PER-UN-FUTURO-DI-UGUAGLIANZA_maggio-2023_final-.pdf
Il Club di Roma:
https://www.clubofrome.org/
Limitarismo democratico:
https://thelimitarian.wordpress.com/democratic-limitarianism-what-and-why/
Il sito internazionale dei Milionari Patrioti:
https://patrioticmillionaires.org/


