La terra dei non
1982
Che caldo quell’estate in Sicilia ma non è certo una novità.
Il direttore della sede regionale ci mise a disposizione una foresteria per passare qualche giorno di riposo. La foresteria era un grande appartamento nell’edificio in cui si trovava il frantoio e qualche altro ufficio. Brutto l’edificio, in un paese brutto e con una fama ancora più brutta per cui solo la vicinanza a Palermo e la presenza del mare mitigavano il livello di bruttezza. Passavamo giorni tranquilli tra gite e giornate al mare.
Un ricordo particolare torna spesso alla mia mente: un non incontro in un non luogo con una non persona per un non colloquio. Si, come è possibile dimenticare la mattinata in cui il direttore mi offrì di fare un giro in barca nella zona delle grotte; accettai volentieri e con mio figlio piccolo ci avviammo verso il porticciolo del brutto paese. Come di consueto le parole furono poche da parte del mio ospite e partimmo. Mare calmo e piatto, caldo e poco vento mentre lui descriveva le zone per la raccolta dei ricci. Dopo aver girato una piccola punta mi chiese se lo accompagnavamo per qualche minuto poiché doveva incontrare una persona. Nessun problema, non avevamo nulla di fare.
La barca virò e si avvicinò ad un pezzo di costa alto a picco sul mare in cui si distinguevano delle grotte scavate nella roccia dal mare stesso e poi aggiustate dalla mano dell’uomo. In quelle più basse si intravedevano le prue di barche bianche, rosse, azzurre, forse da pesca. E noi eravamo diretti proprio in una di quelle ma ancora non lo sapevo. Approdammo sulla spiaggia e il direttore ci indicò un passaggio nella roccia. Salimmo un pò di gradini scavati a mano, irregolari e resi quasi lisci dall’uso nel tempo. Anche sulla scala nessuna parola e nessuna spiegazione. Ma perché non ho chiesto io? non ho fatto domande?; educazione, soggezione, ancora non lo so ma oggi non me ne pento di certo. Finalmente arrivammo in cima alla scala e si aprì uno spettacolo unico: una grande grotta, alta sul mare, con una volta molto alta ed assolutamente vuota.
Anzi no, c’era qualcosa: una sedia ad un paio di metri dallo strapiombo sul mare, rivolta verso il mare. La vista che si poteva godere da quella sedia era quella del mare infinito, un vero spettacolo da foto pubblicitaria per un luogo di vacanza. Ci avvicinammo alla sedia, il direttore avanzò e noi dietro. Giunto accanto alla sedia lui si fermò e noi di seguito accanto a lui. Si era fermato nel più assoluto silenzio. Un vero schieramento: la sedia, il direttore, io e il piccolo. Solo il tranquillo rumore del mare sulla battigia circa tre metri sotto. Allora mi accorsi che sulla sedia era accomodato un vecchio, piccolo di statura, coi capelli bianchi ed i baffi ancora neri ma di cui non potei distinguere i lineamenti stando di profilo. Provai a buttare l’occhio ma il direttore, immobile accanto a me, guardava fisso il mare e mi copriva in parte la visuale del vecchio; anche quello era fermo e sembrava guardare il mare in silenzio. Si in silenzio, tutti in silenzio tranne il mare e il piccolo che mi strattonava la mano: papà !, ssst dopo, mormorai a mezza bocca per non rompere il silenzio. Passò tanto, decine di secondi o forse minuti non so, finché il direttore ed il vecchio si mormorarono qualcosa in un dialetto così stretto che faceva sembrare il suono delle parole come una strana sequenza di rumori. Papà che dicevano? ssst, dopo, ma nessuno di noi due mosse la testa o le mani. Sembravamo rapiti dalla bellezza del mare.
La mia testa ribolliva tra preoccupazione, stupore, luoghi comuni, domande senza risposta.
Perché, con chi, il piccolo era al sicuro, cosa dovevo chiedere al direttore, cosa avrei spiegato al piccolo, perché non me ne andavo ? Dopo altre decine di secondi, la maggior parte dei quali trascorsi in un immobile silenzio, Il direttore finalmente si girò e, senza alcuna parola verso il vecchio né verso di noi, tornò verso la scala. Fummo fuori e risalimmo in barca. Era giunto il momento per chiarire ma un attimo prima che riuscissi ad articolare la prima parola, lui cominciò a parlare: ”Quella è punta Carditti vedi, andiamo lì a vedere i coralli, ci prendiamo un po’ di ricci per la pasta di stasera e …”
Ero in Sicilia. Ero stato ad un non incontro, in un non luogo, con una non persona per un non colloquio.