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Le scatolette

Tempo di lettura: 3 minuti

Melbourne un giorno di autunno australe con un bel po’ di pioggia e qualche avviso di nevischio: oggi niente giro né in città né nei vasti dintorni di questa grande città, si resta a casa degli zii australiani. Sono arrivati in questa parte di mondo molto giovani durante uno dei periodi critici a casa nostra per il lavoro e sono partiti alla ventura per cercare di stare meglio: emigranti.

Hanno dovuto studiare una lingua nuova per loro, veneti; si sono dovuti inserire in una comunità diversa peraltro già molto ricca di diversità per sua propria struttura. Hanno dovuto sgobbare duro per cercare di condurre una vita dignitosa ma ce l’hanno fatta: quattro figli, un esercito di nipoti, già qualche pronipote, un’attività commerciale abbastanza redditizia da consentire uno standard di vita buono e anche una posizione di riguardo all’interno della comunità italo-australiana.

Ora a quasi 80 anni, il meritato riposo, i servizi di nonni sitter, la manutenzione della villetta di legno nel quartiere residenziale di Melbourne, le cene familiari e quelle delle varie associazioni, le partite della squadra dei Megpies che praticano il football australiano (un ibrido tra il rugby ed il calcio), il circolo delle bocce … si anche nel mondo “down-under” le nostre bocce vanno alla grande. Una vita tranquilla e decisamente serena con la normale dose di acciacchi che l’età prescrive a tutti… ed ora arrivano altri nipoti dall’Italia. E’ più giovane questa figlia di un fratello dello zio ed arriva con marito e figlio piccolo, già incontrati in Italia perché i quasi ottantenni vengono a ritrovare la loro piccola casa in Veneto con una frequenza che ci sorprende e con un entusiasmo scevro di tutte quelle lagne da jet lag delle quali ci lamentiamo sempre.

Ovviamente ospitati a casa loro senza problemi, dato che i quattro figli ora vivono con le rispettive famiglie: si vive con i loro ritmi, si mangia come loro (per fortuna sono sempre italiani anche nel cibo) e si frequentano i posti consueti che fanno parte della loro vita australiana: è un bel modo per entrare in una realtà abbastanza diversa dalla nostra.

Oggi però il tempo non è bello e si resta a casa, allora si va nella stanza dove lo zio si rifugia quando fa le cose che lo aiutano a passare il tempo e si entra in un posto tutto suo. I muri sono una mostra fotografica dei suoi figli e dell’esercito di nipoti, le cornici quando ci sono, sono tutte diverse tra loro e sul muro non esiste alcun progetto di posizione né di allineamento, c’è solo l’occupazione di tutti gli spazi disponibili. Sul tavolo è bella la foto della zia da giovane incontrata ad un ballo dell’associazione (galeotto fu il… ballo).
Libri ovunque, anche un po’ in apparente disordine ma di certo ben organizzati per lui e poi le scatole, si un numero incredibile di scatole di vari materiali, spesso figlie della sua precedente attività lavorative con all’interno di tutto: minutaglia di ferramenta, cavetti, vecchie carte di credito scadute, penne, matite, piccoli utensili, carta, buste, elastici di ogni misura e spessore, rotoli di scotch, ricambi per orologi, portachiavi diversi.

La scena è sorprendente e fa pensare a una qualche mania deviata vedendo tutta quella roba in bella mostra; ma perché non la mette via, chiusa in qualche armadio? Fa un gran disordine ed è tutta roba usata. Lui però è sereno e guarda con dolcezza il pronipotino italiano appena arrivato, che rovista nelle scatole con divertimento e lo incalza senza pietà con domande e richieste di spiegazioni; lo zio non fa una piega, anzi con una certa soddisfazione risponde a tutto e gli fa vedere dove e come utilizza i pezzi meno consueti di quella stravagante collezione di cianfrusaglie. Mentre spiega, tocca tutto con calma con le sue grandi mani ormai non più agilissime, con un po’ di artrosi, e riordina con cura e con pazienza i sommovimenti del rovistatore, ed il tempo passa tranquillo.

Sono passati un po’ di anni ed il pronipotino ormai grande, una mattina entra nella stanza di suo padre, che si sta avvicinando agli 80, e passa gli occhi sulla foto di sua madre molto giovane e bella sul tavolo dello studio. Poi lentamente alza gli occhi sui muri coperti di foto, si guarda intorno e vede tante scatolette.

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