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Spigolature tra Pompei, Forte dei Marmi, i tweet di Salvini e i Rolex del Corriere

Tempo di lettura: 3 minuti

Secondo il vocabolario, la spigolatura è una raccolta di notizie e argomenti di interesse secondario presentati come curiosità. Forse perché impigrito dal caldo, ho pensato di spigolare alcune notizie degli ultimi giorni per farne un fascio. Ovviamente non littorio.

Quel treno per Pompei. Quando sui telegiornali della Rai è stato annunciato come titolo principale che il treno Frecciarossa delle Ferrovie della Stato avrebbe collegato Roma a Pompei in un’ora e 50 minuti, per dar modo ai turisti di raggiungere la città degli scavi in breve tempo e tornare nella capitale in serata, sono rimasto allibito. Non per la notizia in sé, che potrebbe destare anche qualche interesse, ma per il contorno mediatico che ha messo in grande evidenza l’inaugurazione di un evento marginale, con la mobilitazione del governo e la premier in testa che dovrebbe aver altro cui pensare.

Il quotidiano La Stampa ha azzeccato il titolo scrivendo “Quel treno per Pompei, la gita da Istituto Luce”. Per la cronaca, il “Luce” nacque durante il fascismo per produrre documentari proiettati nelle sale cinematografiche, che inneggiavano alle imprese del regime. Rimase per un po’ anche nell’Italia del dopoguerra fino a quando la concorrenza della Televisione non lo sostituì continuando a produrre le “conquiste” sociali della Democrazia cristiana.

Torniamo alla “gita” della Meloni a Pompei, con il codazzo di giornalisti relegati e chiusi in un altro vagone del Frecciarossa col divieto di scattare fotografie. È stata una trovata delle Ferrovie dello Stato probabilmente sollecitata da qualche ministro, che non avrà ripercussioni importanti: il treno viaggerà soltanto una domenica al mese. Normalmente per raggiungere Pompei, bisogna obbligatoriamente passare per Napoli, cambiare e prendere la Circumvesuviana, una delle ferrovie più malridotte d’Europa.
Se ne servì nel settembre del 2015 anche il ministro dei Beni culturali di allora Massimo Bray del centro sinistra, per rendersi conto dello stato degli scavi pompeiani. Vi andò da solo, in incognito, senza codazzo di giornalisti, ma ebbe la sfortuna di incappare in un convoglio che si ruppe per strada. Proseguì con un passaggio in auto datogli da un cittadino sconosciuto. Erano altri tempi e altri ministri.

Povera Daniela. La ministra del Turismo Daniela Santanché, ancora in carica – stranamente assente alla kermesse di Pompei – è proprio perseguitata dai giornalisti, non proprio da tutti, ma da quelli che considerano la libertà di stampa un bene universale. Dopo le rivelazioni di Report sui suoi problemi economico finanziari, di cui si sta occupando la magistratura, il quotidiano Domani, ha rivelato un’altra vicenda che la riguarda seppur indirettamente.
Si tratta dell’acquisto di una villetta di Forte dei Marmi – appartenuta al sociologo Francesco Alberoni – compiuto dal compagno e socio in affari della ministra Dimitri Kunz d’Asburgo Lorena. Di fronte al notaio oltre al Lorena era presente l’avvocatessa Laura Di Cicco, consorte del presidente del Senato Ignazio La Russa. L’immobile è stato pagato quasi 2 milioni e mezzo di Euro. Niente da ridire: le abitazioni in Versilia un tempo ricercate dai miliardari russi, continuano a mantenere prezzi elevati. Anzi il signor Lorena (discendente dai granduchi di Toscana di due secoli fa?) è stato bravo: ha rivenduto la villa per un milione in più. Anche qui niente da ridire salvo che la rivendita è avvenuta di fronte a un altro notaio, un’ora dopo l’acquisto.

Salvini il grande democratico. Quando Matteo Salvini ha saputo che Carola Rackete si candiderà al Parlamento europeo, ha manifestato la sua indignazione twittando: “Dallo speronare motovedette italiane alla candidatura per Bruxelles è un attimo. Auguri, viva la democrazia!”. Ma il patriottico ministro dei lavori pubblici aveva dimenticato che la comandante, dopo l’arresto, era stata assolta dalla Cassazione. Viene da chiedersi come faccia Salvini, un ministro impegnato giorno e notte, alla ricostruzione dell’Italia, possa trovare anche il tempo di lanciare le sue icastiche sentenze. Forse si serve di un ghostwriter e se così fosse vorremmo invitarlo a sceglierne un altro capace di non scrivere un po’ a vanvera.

A proposito di fesserie. Il Corriere della Sera del 15 luglio, dopo paginate dedicate ai tentativi di andare in soccorso del governo, alle preoccupazioni di La Russa per i problemi esistenziali del figlio, alle difficoltà economiche della Santanché, apre all’interno un’intera pagina ancora sui Rolex contesi dai coniugi, separati, Francesco Totti e Ilary Blasy. Il direttore Urbano Cairo – mi correggo, Luciano Fontana – con quell’articolo avrà voluto inserire una nota di gossip per alleggerire i tristi argomenti politici. Il commento mi spingerebbe a usare una volgarità, ma mi limito a dire: povero Corriere.

Foto: Carola Rackete a Che tempo che fa, screenshot

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