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Dicembre, e il suo primo quarto

Tempo di lettura: 3 minuti

L’atmosfera natalizia incalza.
Nel frattempo, un calendario dell’avvento interno, tutto mio, apre ogni suo piccolo cassetto, giorno per giorno, ed è un saliscendi a tratti inebriante.
Direi anche molto delirante, ma in senso simpatico.

I primi giorni di dicembre, così, si sono rivelati a me come le mosse di un gioco dell’oca.
C’è stato un giorno, in cui mi sono sentita dieci anni in più addosso.
Manco avessi avuto al mio cospetto il visagista e i curatori del look di Lady Gaga, mi sarei sentita in palla.
Complici il mal di schiena e una congiunzione astrale e ormonale sfavorevoli, mi sono percepita appesantita, stanca, fuori posto.

Il giorno seguente, per magia, mi sono rigenerata e l’ ottimismo mi ha investito, nonostante la lombalgia canaglia e il clima freddo e grigio.
Ho messo un paio di tacchi vertiginosi di un bellissimo viola, e li ho portati in giro come fosse un giorno di festa non sancito dal calendario. Sono stata bella per me stessa e per qualcuno.

Poi c’è stato il giorno in cui sono stata colpita da una straordinaria amnesia dissociativa.
Mi sono svegliata e ho detto “oggi incarto i regali dei bimbi, che sono ancora dentro la scatola con cui Amazon me li ha spediti”.
Peccato che li avevo nascosti per non svelare il meraviglioso segreto di Babbo Natale… e non c’era verso di ricordarsi dove.
Ho cercato dappertutto.
La mia mente, è arrivata anche a dubitare del fatto che fossero realmente arrivati a destinazione.
Così, rovistando ovunque, ho ritrovato un paio di pantaloni e un vestito nero che ho cercato per tutta l’ estate. E Dio solo sa quanto ho imprecato durante la loro ricerca.
Ma i pacchi, no.

Solo dopo diverse ore, mi sono ricordata di aver messo gli amabili cadeaux, nel portabagagli della mia auto, proprio per scongiurare al massimo l’idea che i miei figli li vedessero.
È stato bellissimo aprire il portellone e vederli lì ad attendermi come un tesoro dimenticato, mentre al contempo, ho immaginato crescermi due orecchie da asino sulla testa.
E credo anche di aver sentito distintamente un raglio di derisione nel momento della scoperta.
Ma insomma, quanto meno, non mi ero immaginata di averli comprati.
Il TSO può ancora attendere.

Poi c’è stato il giorno in cui ho realizzato che il telecomando della mia TV, non ha bisogno di essere sbatacchiato per funzionare e che il mio televisore va benissimo, anche se tecnologicamente non è all’ultimo grido.
Il telecomando è caduto, lo sportellino delle pile si è rotto e mi sono detta che poteva essere una buona occasione per cambiare le batterie prima di ripararlo con del nastro adesivo.
Ebbene, incredibile ma vero, appena compiuto il prodigioso gesto, esso, ha iniziato a funzionare in modo esemplare e subito la mia ben nota aggressività nei suoi confronti, si è placata.
Ho dubitato per un attimo della mia intelligenza pratica… ma mi sono subito consolata pensando che spesso, le persone geniali, annaspano nei bicchier d’acqua e ho deciso di non prendermela più di tanto.

Poi ricordo di un giorno in cui il vento forte mi ha disturbato come fossi un animale selvatico.
Mi hanno infastidito i rumori che generava.
Il senso di impotenza, quando la raffica mi spingeva mentre camminavo.
I capelli che non hanno tregua.
Il freddo che ti fischia nel collo.
Così, ho deciso di fare l’albero di Natale.
Il primo nella nuova casa in cui abito.
E così, l’ho zittito.
Con classe , come si fa con le malelingue e gli irriverenti, sono stata indifferente alle sue provocazioni e l’ ho percepito lontano e innocuo dalle finestre, mentre i miei figli avrebbero addobbato anche i gatti che dormivano acciambellati sul divano.

Infine, c’è stato un giorno lavorativamente parlando abbastanza duro, ma che si è concluso con una serata tra amiche a casa, con il caminetto acceso e degli zuccherini imbevuti di un liquore con la gradazione e gli ottani della benzina, che ci ha fatto ridere come delle matte e che non dimenticherò mai.

Dicembre è iniziato.
Porta con sé ricordi e speranze.
Ci spinge a fare bilanci.
Eppure, come ogni mese della nostra vita, richiede sempre il medesimo sforzo e la stessa incredibile strategia per essere affrontato.
Vivere giorno per giorno, ancora curiosi e incredibilmente spavaldi nell’aprire una nuova finestrella…
domani.

Copertina: immagine Depositphotos

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