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Parole inafferrabili invisibili

Tempo di lettura: 3 minuti

Nel precedente articolo ho tralasciato la quarta parola scelta dai miei cari Lettori: “solidarietà”. Non è stata una mancanza. Avevo finito i caratteri dell’articolo e dovevo rimandarla!

Ma la verità è che “solidarietà” non è una caratteristica, una proprietà o una rappresentazione di un insieme. E’ un atteggiamento. Alcuni la definiscono un sentimento. E’ uno spirito, un modo, una direzione che apre verso l’altro con intenzione e vocazione creando uno spazio comune dove mutuamente ci si riconosce e interagisce a beneficio di tutti. E’ potenziale! Ed è tutto invisibile.

Le parole sono inafferrabili anche perché alcune colgono aspetti che esistono ma sono invisibili.

Non è oggetto, né descrizione di esso. E’ espressione di una interazione, di una interconnessione, di un tipo di relazione a più direzioni e tendenzialmente accrescitiva per tutti. Chiede altre lenti e altri strumenti per cogliere questa invisibile parola che descrive un’espressione di vita che non è solo di scambio.

La “lente” comune: l’ ecologia

E cosa c’entra la “solidarietà” con “complessità, ecosistema e resilienza”?

La solidarietà, per esempio, “…è un sentimento di fraternità che nasce dalla consapevolezza di un’appartenenza comune e dalla condivisione di interessi e di fini, e trova espressione in comportamenti di reciproco aiuto e di altruismo.” L’ho ricavato da Treccani. Enciclopedia dei ragazzi https://www.treccani.it/enciclopedia/solidarieta_(Enciclopedia-dei-ragazzi)/

E’ una delle forme di relazioni in cui si manifesta la “complessità”, si interconnettono le parti di un “ecosistema” sociale, si crea e alimenta la “resilienza”.

Anche in biologia c’è qualcosa di simile ma più circoscritto ed è la “simbiosi mutualistica” cioè l’associazione tra individui di specie differenti che comporta un vantaggio reciproco per gli individui.

Pensate al ghiozzo, in Romagna lo chiamano paganello, è un pesce che vive con un gamberetto. Il gamberetto pulisce la tana del ghiozzo con cui convive. Il gamberetto è però quasi cieco ed è molto esposto ai predatori per questa sua vulnerabilità. Il ghiozzo quindi tocca con la sua coda il gamberetto quando c’è un pericolo e insieme si ritraggono nella tana. Questa è una forma di simbiosi mutualistica: la solidarietà in natura.

Ovviamente manca il senso della comune finalità e il sentimento di comune appartenenza. Ci manca per ora la possibilità di descriverli, se ci sono, con le attuali conoscenze scientifiche.

La lente dell’”ecologia”, (dal greco: οἶκος, oikos, “casa” o anche “ambiente”; e λόγος, logos, “studio”) ci aiuta nel trovare un modo per cogliere queste parole inafferrabili e invisibili che vivono nella relazione “tra” noi, tra noi e noi e noi e l’ambiente.

“Ecologia” è quindi un campo “intermedio” tra diverse discipline in grado di leggere con diversi linguaggi, conoscenze, strumenti e modi di rappresentare la vita attraverso le sue relazioni.
Esplora e descrive il nostro presente non solo oggettivo ma anche potenziale, non solo reale ma anche possibile come anche gli infiniti futuri che  ne emergono.

Un caleidoscopio “rovesciato”

Valgono nuove forme, modi, organi e strumenti per percepire, sentire, conoscere, scoprire e apprendere nuovi significati.

Una donna che ammiro, Nora Bateson, lo descrive poeticamente “Le parole sono deliziose, ma non dicono molto. Spesso perdono l’acqua del significato prima che venga consegnata. Ma possono essere mescolate per formare descrizioni del respiro, degli sguardi, dei gesti e degli impulsi tra le vite. Forse scrivere è trovare un graffio nella pelle della conoscenza, dove il pungiglione, la sporcizia e il sangue della giornata vengono lasciati uscire e la musica viene lasciata entrare.
Non esiste un linguaggio per definire i processi a spirale del vasto contesto a cui partecipiamo. Non abbiamo nomi per i modelli di interdipendenza. Bloccare la delicata filigrana della vita nella spiegazione significa perderla, ma non vederla è disastroso. Le parole sono ciò che abbiamo. Il perché, il motivo per cui facciamo qualcosa, è importante.
Un caleidoscopio rovesciato – un de-frammentatore – potrebbe essere utile per osservare un ordine fratturato attraverso una lente di unità. Giocare con i limiti della nostra percezione, della nostra conoscenza e modificare il copione culturale è come usare una lavata di succo di limone per rivelare l’inchiostro invisibile e l’impalcatura inespressa in cui abitiamo.”
Dal capitolo di apertura di “Small Arcs of Larger Circles. Framing through other patterns” – 2016. Triarchy Press, UK.

Nora, è una esploratrice di nuove tecniche e forme di comunicazione della complessità ecosistemica attraverso i “warm data”, i “dati tiepidi” le interrelazioni che integrano gli elementi dei sistemi complessi.

Ti può interessare leggere qualche mio articolo per afferrare delle parole che raccontano il futuro che emerge e prendertene cura? Se SI rispondi a questo survey monkey dove propongo questa volta 9 aggettivi inafferrabili: anticipativo/a, catalitico/a, dirompente/a, adattabile, incerto/a, perfido/a, ambiguo/a, instabile, generativo/a.
https://it.surveymonkey.com/r/BGLKCNR

Copertina: Caleidoscopio – Depositphotos

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