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Semi Volanti sul palco e nella vita

Tempo di lettura: 3 minuti

Si chiama “Semi Volanti”, è una compagnia teatrale di Ponsacco (PI) che offre laboratori di teatro per bambini, ragazzi, adulti e persone con disabilità mentali. Proprio a quest’ultimi la compagnia ha dedicato il progetto “Contronatura” che a Cecina si è manifestato nel suo esito, al Teatro De Filippo, con un documentario curato da Giovanni Cavallini, nel quale si rendeva conto del percorso, seguito da una performance teatrale con protagoniste proprio le persone con disabilità mentale già conosciute nel bel documentario.
Ne parliamo con Eva Malacarne che è – oltre che autrice di molti lavori della compagnia – direttrice artistica e fulcro portante del progetto Contronatura.

Eva, sono rimasto molto colpito dal vostro lavoro. Perché si chiama Contronatura?
“Il titolo è ovviamente provocatorio. Cosa o chi è contronatura? Durante i laboratori ci siamo detti: Se sono nato/nata, sono Natura. Le mie caratteristiche, le mie ‘differenze’ sono parte della Natura”.

Quale è stato il punto di partenza terapeutico o l’ispirazione artistica che ha originato questo lavoro con i protagonisti che ho visto sul palco a Cecina?
“Il progetto teatrale condiviso con persone con disabilità mentale non è un percorso terapeutico: la terapia è una cura che affronta la patologia; il percorso teatrale riguarda l’individuo, la sua personalità, il suo corpo, le sue caratteristiche particolari, il gruppo/comunità in cui si agisce. Tali esperienze portano ad una maggiore consapevolezza, fiducia e autostima, comunque ad una crescita. Il benessere che scaturisce da certe esperienze è ovviamente benefico. Il Teatro non guarisce, non risolve, ma ci può dare strumenti diversi per affrontare la vita, non solo sul palcoscenico”.

Mi è sembrata illuminante quella parte del lavoro nella quale si focalizza e si definisce quanto sta fuori e dentro la persona, proprio disegnando sul terreno i confini fisici…
Abbiamo traslato dei concetti astratti in gestualità e azioni concrete, per renderli più familiari e comprensibili: la Natura è dentro di noi (corpo, emozioni) e fuori di noi in tutto ciò che ci circonda, compreso le altre persone”.

Quali gli obiettivi?
“Gli obiettivi generali sono quelli di una crescita individuale e collettiva tramite l’attività teatrale. Vista la particolare delicatezza delle persone con cui siamo a contatto, questi mutano, cambiano, si modellano in base alle situazioni. Sicuramente, dopo tre anni di stop causato dalla pandemia, la parola Natura è stata un’urgenza fortissima: unire il Teatro allo stare In Natura ha alimentato positivamente entusiasmo e curiosità del gruppo”.

Perché il teatro è un efficace strumento di crescita personale?
“Il teatro ti dà la possibilità di metterti nei panni dell’altro e quindi sperimentare diversi punti di vista; sviluppa l’immaginario e soprattutto indaga sulle realtà e soluzioni possibili. Il Teatro è una lente di ingrandimento in cui è possibile entrare in profondità nell’animo umano, in contrasto con le modalità spesso superficiali di affrontare le relazioni che viviamo oggi”.

E nel lavoro con i disabili mentali?
“E’ la stessa cosa. Ovviamente si modificano alcuni obiettivi, il rigore tecnico viene meno per dare spazio ad altri aspetti, ma il concetto è lo stesso. Inoltre c’è un ‘riscatto’ insito nel gruppo che si esibisce sul palco, una ritrovata dignità nel ricevere gli applausi, nel sentire una condivisione di emozioni con il pubblico”.

I risultati visti sul palco di Cecina mi sembrano ottimi…
“I risultati non si vedono solo in una restituzione, ma con anni di lavoro assiduo e strutturato che spero con il cuore di poter riprendere. Comunque, sentire il loro entusiasmo, il coraggio di salire sul palco e affrontare con il sorriso un pubblico ‘vero’, condividere i tempi della preparazione e quelli del dopo spettacolo è un grande dono. La gioia negli occhi e la voglia di abbracciare, sono la testimonianza di risultati diciamo molto buoni…”

E, a Eva Malacarne cosa ha dato questa esperienza?
“Mi ha dato molto e ringrazio tutte e tutti coloro che mi hanno affiancato e hanno creduto nel progetto. Persone di una gentilezza e di un’umanità unica, ho faticato molto e al tempo stesso ho avuto gratificazioni immense durante il percorso. Mi lasci fare qualche ringraziamento… a Tiziana Picchi, la volontaria della Compagnia che con me segue i laboratori, le operatrici e gli operatori Chiara Nuti, Marco Bimbi, Ottavia Bisecchi e Giacomo Saviozzi, fotografo e Giovanni Cavallini, parte integrante del progetto grazie al loro lavoro di reportage video e foto. Poi Rita Invernizzi che ci ha coadiuvato nell’organizzazione e comunicazione e le due Associazioni: la Compagnia Semi Volanti e Sui passi di Ale odv”.

Copertina: un momento della performance teatrale sul palco del De Filippo di Cecina; al centro Eva Malacarne

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