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Una Pasqua della ragione

Tempo di lettura: 3 minuti

Ne ragiono da laico, non cattolico: la Quaresima e la Pasqua sono forse l’aspetto spiritualmente più affascinate della religione cristiana. Per quaranta giorni ci si prepara a due eventi davvero straordinari: la morte e la rinascita. La morte di Gesù Cristo per crocifissione e la sua resurrezione tre giorni dopo. Ma è anche quella – morte e rinascita – dei suoi fedeli di tutti i tempi: ognuno nella propria vita, ognuno nelle vicende del proprio vivere.

In sostanza, purificandoci, digiunando, meditando (pregando), guardandoci dentro ci prepariamo a morire in un contatto pieno con la nostra parte più spirituale (divina). Poi, dopo la morte e l’abbandono totale del mondo e del nostro essere nel mondo, dopo tre giorni, si spalanca la porta della nuova esistenza che possiamo vivere finalmente con la gioia di una visione più ampia, più profonda, più illuminata.

La scelta dei quaranta giorni è simbolica. Secondo la religione cristiana, infatti, tanti furono i giorni e le notti che Gesù passò nel deserto dove fu anche tentato dal demonio. Come è simbolica insieme con la Pasqua, la proclamazione dell’Exsultet l’inno alla gioia che viene condiviso con l’eucarestia e l’accensione del cero durante la notte della veglia che slega le campane rimaste mute per tutta la quaresima, ora di nuovo deste per un suono festoso e largo!

Per nascere in una nuova vita dobbiamo prima morire della vecchia. Una verità inoppugnabile, un inno al cambiamento come risorsa fondamentale per la nostra crescita personale. Infatti la parola “Pasqua” deriva dall’ebraico “Pesach”, che significa “passaggio”.

Il problema è che spesso proprio le religioni, meglio, i religiosi, sono i killer dei loro stessi fondamenti spirituali, offrendosi a pratiche formali senza memoria profonda capace di produrre cambiamenti.

Rimanendo nel mondo cristiano, ve lo immaginate Donald Trump che digiuna e medita in silenzio per quaranta giorni e poi celebra la Pasqua annunciando una ritrovata umiltà e un rinnovato desiderio a condividere un mondo pacifico e comune?
Oppure gli uomini dell’universo ebraico e di quello musulmano – che entrambi celebrano con significati diversi la Pasqua – nel giorno della rinascita che si abbracciano e pongono fine alle ostilità feroci?

Tutto questo mi fa sentire ancora più importanti in questa attualità, i pensieri laici e etici che sottendono la creazione degli Stati Uniti d’Europa, proprio nel momento pasquale in cui gli Stati Uniti d’America offrono comportamenti da bulli, ignoranti della vita delle milioni di persone che vivono fuori dagli States. La ricchezza, il profitto, lo sfruttamento cieco delle risorse («drill, baby drill!» – come esorta Trump per le trivellazioni petrolifere) in luogo dell’umanità che condivide in pace il pianeta. La tecnologia che diventa tecnocrazia, ovvero uno strumento al servizio assoluto e di nuovo cieco, degli obiettivi di profitto e di gestione del consenso.

In questi giorni su Netflix è arrivata una nuova stagione della serie Black Mirror che, più che una serie televisiva, è una profonda analisi della distopia tecnologica che è già nel nostro presente o lo sarà maggiormente in un futuro prossimo.

Black Mirror è una produzione britannica creata da Charlie Brooker e prodotta da Zeppotron per Endemol. La serie, che ha debuttato nel 2011, è già molto nota per il suo approccio innovativo e provocatorio alla fantascienza, esplorando le conseguenze oscure della tecnologia avanzata sulla società e sugli individui senza un etica che guida le scelte collettive.
Ogni episodio è una storia a se stante di circa un’ora, realizzata in modo eccellente e con una fantasia immaginifica superlativa. Proprio per questo l’effetto sullo spettatore è ammaliante e sorprendente.

Ho visto il primo episodio della nuova stagione, “Gente comune”, ed è perfetto per esemplificare quanto detto sopra e quanto abbiamo bisogno di un’etica sui valori fondamentali da condividere, così come di una Pasqua universale in nome di un rinnovamento umano salvifico. La storia vede un marito che ama tanto la propria moglie, malata di cancro al cervello, che sacrifica tutto se stesso per salvarla, acquistando nella sanità privata nuovi strumenti tecnologici in grado di offrirle la sopravvivenza… ma la vera sorpresa è scoprire a quale prezzo in un mondo dove vige solo la ragione del profitto.

Trailer della settima stagione di “Black Mirror”:
https://www.youtube.com/watch?v=x7VqUHguo08

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