Sindone: una provocazione all’intelligenza fatta dall’uomo per l’uomo
Proviamo a parlare di un reperto storico affascinante senza sfiorare alcun aspetto religioso; con la Sindone è facile ed al tempo stesso interessante in quanto questo “telo di lino” (etimologia di origine semitica, poi ritrovata sia in greco che in latino) contiene in sé una serie di sfaccettature storico scientifiche che ci impegneranno in questo breve viaggio.
Questo telo (mt. 4,36 x 1,11) era utilizzato presso gli ebrei e non solo, come copertura dei morti nel sepolcro e veniva disposto come si vede nel disegno
La tessitura del telo era caratterizzata da un intreccio trama/ordito particolare detto “a saia” che generava un effetto spina di pesce ed il filato utilizzato era fatto a mano. Era dunque un telo di alta manifattura non comune per quello scopo ma certamente già disponibile duemila anni fa nell’area della Palestina: ne sono stati ritrovati alcuni a Masada (Israele) del periodo dal 40 a.c. al 74 d.c.
Addirittura a Saqqara (Egitto) è stato ritrovato questo frammento molto ben conservato datato al IV sec. a.c. Quindi la tipologia e la manifattura per quell’utilizzo, sono coerenti con l’oggetto nelle nostre mani che è conservato dal 1578 nel Duomo di Torino
Date le dimensioni del telo potrebbe venire il dubbio che le manifatture di duemila anni fa non fossero comunemente attrezzate per la tessitura di un oggetto del genere ma in alcune tombe egizie a Beni Assan risalenti al I sec. a.c. son state trovate rappresentazioni murali di telai adatti a tale scopo. Ma c’è di più, la tradizione dell’uso di teli di lino fra gli ebrei in quel periodo è nota in quanto tessuti di lino finissimo (bisso) erano reperibili a Gerusalemme nel Santuario sia per le vesti dei sacerdoti che per i velari del Tempio. Queste preziose stoffe provenivano anche dall’India. Nella Mishnah è scritto che nel pomeriggio dello Yom Kippur il Sommo Sacerdote si vestiva di pregiato lino indiano. Nel caso della Sindone anche questo aspetto viene confermato dalla scienza alla luce della famosa Via della Seta.
E’ stata fatta una accurata analisi delle tracce di DNA rinvenibili sul telo e ciò ha portato all’identificazione di molte popolazioni dell’India e mediorientali. In particolare è interessante l’aplogruppo H33, molto raro, perché si trova principalmente presso i Drusi, una minoranza etnica presente in Israele, Giordania, Libano e Siria. A ciò dobbiamo aggiungere il fatto che la Sindone durante il suo peregrinare, e lo vedremo successivamente, non è mai tornata in India.
Secondo la tradizione ebraica del periodo questo telo, una volta utilizzato, non poteva essere conservato in quanto diventato impuro per la presenza del sangue e per il contatto con un morto. Ecco perché nel nostro prossimo incontro, il viaggio nel tempo e nello spazio della Sindone, dovremo avere un po’ di pazienza nei primi spostamenti da Gerusalemme poiché siamo proprio nel periodo più cruento delle persecuzioni contro i cristiani e non era certo opportuno mostrare la Sindone.
Di tutto quanto sopra si possono ovviamente reperire molte tracce direttamente nei Vangeli ma, come premesso, abbiamo deciso di tralasciare ogni aspetto religioso.
Alla prossima puntata.