
Decreti per cani e cristiani
Non possiamo dire che i politici siano tutti uguali, ma certo distinguerli tra loro se indossassero una maschera neutra – avete presente, quelle bianche che a volte mettono i teatranti – e li mescolassimo tra gli scranni del Parlamento senza rispettare destra e sinistra, sarebbe difficile osservare le diversità tangibili tra i differenti pensieri politici, una volta depurati delle solite reciprocamente astiose polemiche.
Forse è solo dal loro operato precipuo che si può ricavare la “Vision” intesa come proiezione di uno scenario futuro che rispecchia gli ideali, i valori e le aspirazioni di chi ha il potere di agire e cambiare le cose.
In questi giorni di esame di stato, quattro studenti con ottimi andamenti scolastici si sono rifiutati di rispondere alle domande poste dalla commissione nella parte orale dell’esame. Questo per protesta e contestazione del sistema scolastico che, a detta degli studenti, non vede le persone ma solo i numeri di valutazione di cui sono portatori. Chiarissima la liceale di Belluno dello scientifico Galilei, Maddalena Bianchi, 19 anni, che ha scelto di fare scena muta e poi, come spiegazione, ha dichiarato che «I docenti non hanno capito le mie difficoltà umane. Entravo in classe disorientata anche se da parte dei compagni ho ricevuto un’ottima accoglienza. Ho provato a parlarne con i professori, nessuno ha mai dimostrato interesse. I docenti non guardano come sta lo studente, sono solo interessati al voto».
Con una fantastica reattività degna di miglior causa, il Ministro dell’istruzione e del merito Valditara, sempre accompagnato dalla sua sfavillante spilla leghista al bavero, ha garantito che dal prossimo anno scolastico, simili comportamenti saranno sanzionati con una bocciatura. Eccola la “Vision” governativa: lamenti una mancanza d’ascolto? Ripeti l’anno scolastico, così impari a lamentarti!
Una bellissima vignetta nei giorni di calura ritraeva la presidente Meloni mentre minacciava di introdurre una nuova fattispecie di reato se la temperatura fosse cresciuta ulteriormente. Così come la vignetta che segue che centra perfettamente il problema: di fronte a un problema grave che merita ascolto e cambiamento profondo delle cose, si propongono sanzioni irreali, punizioni inapplicabili, direi addirittura puerili.

L’attuale governo in carica nel suo procedere spedito su una strada che mortifica l’attività parlamentare, borderline anche dal punto di vista costituzionale, ha cancellato un solo e unico reato, l’abuso d’ufficio, ma ha resi tali un numero importante di “crimini” nuovi di zecca e tutti quanti davvero corrispondenti alla “Vision” sottesa di forte marca sicuritaria e sostanzialmente propagandistica. Mi pare che la sventagliata di decreti ministeriali, spesso concretamente inapplicabili, non possa certo produrre un cambiamento migliorativo del sistema sociale.
I 28 interventi in materia penale realizzati dal governo Meloni scavalcando il Parlamento, hanno inaugurato la loro stagione con il famoso e abbacinante “Decreto Rave party”, giusto qualche giorno dopo l’insediamento a Palazzo Chigi. Così, in Italia sono reato i Rave party, ovvero le feste danzanti spontanee e autorganizzate come quelli che esistono in tutto il mondo (anche in Israele, come sappiamo da quello colpito da Hamas il 7 ottobre 2023 come punizione liberticida e antisemita).
Il solo “Decreto sicurezza” ha introdotto 22 nuovi illeciti penali, una girandola di Sorvegliare e Punire che se non fosse tragica sarebbe addirittura ingenua. Tra il resto, spiccano il delitto di blocco stradale, sì proprio quelle manifestazioni tanto care alla Lega d’opposizione che bloccava strade e città con trattori e macchine agricole – spesso anche con sversamenti di letame – per protestare contro l’Europa delle quote latte. Ora con la Lega di governo il delitto di blocco stradale può costare il carcere da sei mesi a due anni.
Dai 2 ai 6 anni invece può costare il (nuovo) delitto di favoreggiamento dell’accattonaggio.
Poi c’è la stretta sulla cannabis “light“ (quella priva di effetto stupefacente): chi viola il “divieto di importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze” rischierà le stesse pene previste per il traffico di droga… alla faccia dei 30.000 lavoratori di un settore pulito e giovanile, per lo più dedicato alla salute, anche veterinaria.
Bellissima anche la norma “anti-Ultima generazione“, che prevede la reclusione fino a 18 mesi per il “deturpamento e imbrattamento di cose altrui” e il delitto di rivolta in carcere, che punisce anche gli atti di resistenza passiva (fino a sei anni per i partecipanti, fino a dieci per i promotori) affiancato all’articolo 27 dal reato “gemello” riferito ai centri di trattenimento o accoglienza per migranti.
Ma voglio concludere da appassionato cinofilo con un’altra meraviglia che illumina la “Vision” governativa su un tema certamente non centrale ma significativo. Si tratta di una ordinanza che va ad integrare le leggi vigenti, in materia di gestione dei cani da compagnia e da lavoro.
Ecco qualche appunto:
– Viene rimossa la lista delle “razze pericolose” poiché non ritenuta un criterio affidabile per valutare la pericolosità di un cane
– La pericolosità di un cane viene determinata a seconda di fatti specifici, come in caso morsicatura o zuffa tra cani. In questi casi, cane e proprietario vengono segnalati dall’Asl e inseriti nel registro dei cani dichiarati aggressivi
– Il guinzaglio è sempre obbligatorio in tutti i luoghi pubblici
– Bisogna sempre avere con sé una museruola, rigida o morbida che sia, ogni volta che si esce di casa e bisogna farla indossare al proprio cane quando si trova in spazi pubblici
– Se durante un controllo delle autorità competenti si viene trovati senza museruola o senza guinzaglio, le multe possono arrivare fino a 300 euro.
Essì, anche qui l’impronta sicuritaria e di astrazione ideologica è di tutta evidenza. Un rottweiler di 80 kg viene equiparato a tutti gli effetti ad un maltese di 4 kg. E’ data per scontata la mancanza assoluta di capacità di autovalutazione dei cinofili che, invece, nella quotidianità, sono la più valida risorsa per la gestione anche sociale degli amici a quattro zampe.
Insomma, chiunque possieda e ami un cane spera che chi ha scritto l’ordinanza non lo possieda a sua volta… per il bene del cane stesso.