
Anche i killer risentono della crisi economica
Il tallone da Killer promette bene fin dal titolo. Un noir milanese di Alessandro Robecchi ricco di humor e ironia, ambientato in una città sempre più internazionale come Milano, sempre più opulenta in cui anche la piccola e media borghesia fanno fatica a tenere il passo.
I protagonisti sono due killer a pagamento, il Biondo e Quello con la cravatta. Sono così arguti e brillanti che spesso ci si dimentica della loro professione, professione che loro affrontano in modo manageriale; fanno anche loro i conti con il costo della vita, con l’impoverimento della classe media.
Il libro inizia con un potenziale cliente che all’ultimo momento si rivolge ad altri. Scopriranno che si tratta di una concorrente che effettua prezzi da dumping e pare approssimativa (in realtà la donna è sveglia, professionale e collaborerà con i nostri sebbene all’inizio siano super diffidenti). La scoperta di un mercato stracciato li getta nello sconforto: come può un padre di famiglia (lo è Quello con la cravatta, il Biondo è un impenitente single) pensare di accettare tariffe basse con la potenziale diminuzione della domanda, tenendo conto che non può neppure fare pubblicità o marketing alla propria attività? È chiaro che non si può fare una pubblicità sui tram tipo: «Snap Srl, omicidi ad alta gamma dal 2013». Snap Srl ovviamente è la loro società.
I due discutono: «Quindi diciamo che abbiamo il problema di definire il nostro segmento di mercato: la fascia bassa, i balordi che vogliono ammazzare il socio o le mogli che vogliono togliere di mezzo il marito stronzo fanno fatturato, sì, ma è un fatturato a rischio, se si scopre che qualcuno fa il lavoro per la metà del prezzo. Alla lunga perderemo quote di mercato o saremo costretti a lavorare anche noi per un pezzo di pane».
I due soci concludono: «È il momento di fare il salto. C’è un mercato più remunerativo, là fuori, gente che non fa i conti della serva per risolvere un problema. Costa? E loro pagano. Lo dicono tutti gli indicatori, la classe media è in crisi, sono finiti i tempi in cui diecimila in più diecimila in meno sono spiccioli e tenga il resto, non va più di moda, hanno paura di diventare poveri e risparmiano anche sui servizi essenziali».
Nonostante la professione i due hanno una loro etica. Per esempio: «È vero, una cosa che non si fa è prendere i soldi degli altri. Guadagnarli onestamente è un conto, ma fregarseli… ci sono già tanti farabutti in giro, gente senza etica e morale, che non è davvero il caso di aggiungersi al mazzo. Essere persone per bene può essere faticoso, specie coi tempi che corrono, ma alla lunga l’onestà paga».
Quasi casualmente, in realtà grazie al loro fantasioso passaparola (un necrologio sul Corriere per un morto inesistente ma con indirizzo per funerale in una chiesa vera), intercettano un pesce grosso.
Una raffinata signora della Milano bene chiede loro di sopprimere il suo storico amante. L’uomo è un noto finanziere “italo-miliardario” con residenza a Londra, dotato di guardie del corpo, barche, tenute, aerei personali, cavalli, magioni varie ma che in città preferisce soggiornare in un hotel a 6 stelle o in uno Art Déco!
Il bello e ricco nel mirino è anche il padre del bambino della donna, non riconosciuto ma ricoperto di soldi. Ovviamente, il finanziere ha una famiglia regolare nella terra di Albione e diverse amanti sparse.
Il due soci si trovano così a operare nel settore dei ricchi, quelli che durante le crisi diventano più ricchi. Se va bene si riposizionano sul mercato e risolvono con pochi casi il problema del budget annuale. Il salto di qualità pone alcuni problemi: sono solo in due e per uno come il finanziere occorrerebbe avere almeno una persona in più (la avranno senza dover fare inserzioni come: «Killer con avviata attività valuterebbero l’inserimento in azienda…»), inoltre hanno solo due settimane per preparare il piano d’azione e riuscire nell’impresa.
Andrea De Carli, il candidato all’incidente fatale, però non è il solito tranquillo imprenditore che, con un’azione avventata, si ritrova cadavere. È vitalissimo e inguaiato, così inguaiato con la sua finanziaria da cercare l’aiuto di due cosche calabresi che gli forniscono borse su borse di denaro fresco.
L’impresa ha inizio presso la pasticceria Sant’Ambreus, che pare più una gioielleria che vende brioche, dove ricevono informazioni sulla potenziale vittima insieme a un acconto di 250mila euro in contanti.
Ce la faranno i nostri killer a dribblare imprevisti, complicazioni oltre al controllo delle cosche e soddisfare il desiderio della signora Bertamé di rendere orfano il suo figliolo?
Robecchi, scrittore, giornalista, ha collaborato con Cuore, Radio popolare ed è autore per Crozza. Usa la sua brillante scrittura anche per una denuncia sociale: l‘espulsione dalle zone semicentrali della piccola e media borghesia, Milano che rischia di trasformarsi in una città dei ricchi e per i ricchi e non più dell’accoglienza.
