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Caftano blu, un film delicato sull’amore e la bellezza

Tempo di lettura: 2 minuti

Mina e Halim hanno un negozio storico di caftani nella Medina di Salé, in Marocco. Lei si occupa della gestione del negozio, il marito confeziona caftani a mano secondo la tradizione. Lei è un tipo deciso, lui è timido. Mina è gravemente malata ciononostante continui ad amministrare il negozio e la vita di coppia. Per evadere le richieste di caftani decidono di assumere un assistente, il giovane Youseff. A differenza degli assistenti che l’hanno preceduto, Youseff dimostra una passione per il mestiere e desidera apprenderne i segreti, si guadagna così la fiducia di Halim.

La presenza del ragazzo incide sugli equilibri della coppia. Una coppia che dura da 25 anni e che nasconde un segreto: il timido e fragile Halim vive la sua omosessualità (vietata nel paese) tra i vapori degli hammam. Ma il sentimento che unisce i coniugi è più forte delle preferenze sessuali di Halim stesso.

La regista marocchina Maryam Touzani, al suo secondo film, dopo averci introdotto i personaggi procede con delicatezza e descrive l’evoluzione dei loro rapporti. Lo fa ricorrendo a dettagli: la seta blu, le forbici mentre tagliano, la preparazione del filo, il ricamo d’oro che pian piano avanza, gli sguardi furtivi tra l’uomo e l’assistente, le loro mani che cuciono, si sfiorano, si toccano e si ritraggono con imbarazzo nel silenzio. In questi gesti Mina riconosce, non senza ostilità, il sentimento che sta nascendo tra il marito e Youseff.

Con lentezza e pazienza, giorno dopo giorno le cose prendono una piega diversa. Mina è sempre più indebolita dalla malattia ed è costretta a casa, Halim vorrebbe dedicarle tutto il suo tempo, ma c’è il richiamo del lavoro: il caftano blu per una cliente importante deve essere pronto presto. Ci pensa Youseff a trovare una soluzione per rispettare i tempi di consegna del caftano. Mina apprezza e accoglie l’apprendista nella sua casa, sa che il suo tempo è quasi scaduto e crea un clima di fiducia e complicità che lega lei, Halim e Youseff. In una tenera scena tutti e tre ballano spensierati su una musica che arriva dalla strada. Infine, passa il testimone, incoraggia il marito a non avere paura di amare, anche dopo di lei, a essere sé stesso.

Il caftano blu è un film sull’amore, sull’accettazione e il rispetto dell’altro, sul sentimento di cura che lega gli amati, sull’attenzione al benessere, infine sul supporto reciproco. È anche un film sulla bellezza che è frutto della fatica, della pazienza: come mostra Halim al giovane Youseff i dettagli dei ricami sono intrisi di emozioni e creano poesia. La pellicola è il primo film marocchino ad aver vinto il premio della critica internazionale per Un certain regard al Festival di Cannes 2022.

Trailer del film: https://www.youtube.com/watch?v=bUU-lI3T1_A

Copertina: Caftani esposti in un mercato di Fez

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