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Challengers

Tempo di lettura: 2 minuti

Domenica scorsa è stata una strana domenica: Milano si è vestita di nerazzurro per la conquista dello scudetto da parte dell’Inter e girare per le strade era surreale perché all’arco della Pace, all’ Arena, in viale della Liberazione, mentre andavo a prendere l’immancabile S., le bandiere bicolori facevano ala al mio passaggio ed erano un prodromo al film che saremmo andati a vedere: “Challengers”.

Il film:

“Challengers” è l’ ultima opera del regista Luca Guadagnino, autore, tra l’altro di “Io sono l’amore”, “Chiamami col tuo nome”, “Bones and All”. Gli interpreti sono Zendaya, la Chani di “Dune”, nel ruolo di Tashi Duncan, Mike Faist nel ruolo di Art e Josh O’Connor in quello di Patrick.

La trama:

Art e Patrick sono due tennisti che si conoscono da sempre e sono amici per la pelle avendo fatto insieme l’accademia del tennis; un giorno assistono ad un match vinto dalla giovane stella del tennis Tashi Duncan ed entrambi se ne invaghiscono e lei, che è la vera dominatrice in tutta la storia, li coinvolge in un bacio a tre che, per la gioia del generale Vannacci, finisce con i due uomini che si fanno lingua in bocca.

In seguito, purtroppo, la ragazza ha un brutto infortunio e deve abbandonare il tennis giocato ma per soddisfare, comunque, il suo desiderio di eccellenza, diventa una allenatrice . Nel rapporto con i due uomini dapprima Tashi si mette con Patrick ma poi finisce per sposare Art e riesce a portarlo ai vertici delle classifiche, ma Art incappa in un periodo no e, per farlo di nuovo credere in sé stesso, lo iscrive ad un torneo minore, Challenge appunto, dove Art si dovrà scontrare in finale con il vecchio amico, peccato che Tashi gli abbia detto che, se non vince, lei se ne andrà.

Il film pur essendo centrato sul tennis non è uno “sport movie” ma è piuttosto una pellicola sulla gestione del potere per conseguire il successo e, in questo, la figura di Tashi Duncan è stupendamente interpretata dalla esotica Zendaya che dà carattere al personaggio.

Guadagnino con una regia con parecchi flash back e tantissima scuola nelle riprese delle gare dà una ottima prova della sua maestria e credo faccia anche una citazione di un film cult degli anni 60: “Jules e Jim”. Da vedere anche se non si è patiti del tennis.

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