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Fiabe Tuareg

Tempo di lettura: 2 minuti

Stavo, Kafkianamente, trasformandomi in un divano, braccioli , schienale e tutto. Avevo bisogno di schiodarmi da Milano e, fortunatamente, la mia amica S. è arrivata in mio soccorso proponendomi un weekend a Rapallo.

Siamo partiti con cieli grigi e a metà strada è incominciata la pioggia che ci ha accompagnato sino a destinazione.
Appena arrivati, senza nemmeno portare i bagagli a casa, siamo andati da Tossini che è una famosa focacceria e lì abbiamo mangiato ogni tipo di focaccia. Di fare passeggiate o shopping con quel tempo era improponibile per cui da un divano milanese mi sono ritrovato su un altro divano ma, se non altro, con davanti uno dei golfi più belli in Italia.

Ho finito “La bastarda di Istanbul” con un finale che è un vero coup de theatre e quindi ve lo riconsiglio.
Non avevo portato con me nessun altro libro per cui mi sono affidato alla bibliotechina della casa. Un po’ nascosto, piccolo, con la copertina nera, c’era “Fiabe Tuareg”. Immediati due ricordi: una mattina di più di cinquanta anni fa, a sud del Marocco, al confine di quello che era il Sahara Spagnolo, al caravanserraglio di Tan Tan, una donna Tuareg, sopra un cammello, ammantata dalla sua veste dal caratteristico colore blu, il volto coperto, a parte gli occhi che mi fissavano con uno sguardo in cui c’era regalità, profondità, fierezza, mistero e assoluta, totale femminilità: indimenticabile.
Il secondo ricordo: una notte a Tan Tan Plage, le onde dell’ oceano che facevano da accompagnamento alle canzoni di un gruppo di giovani uomini blu che ci cantavano le canzoni del deserto, traducendoci in francese le storie che questi canti raccontavano: magico.

Il libro: “Fiabe Tuareg” fa parte della collana ”Mille e una fiaba” edita da Giunti che raccoglie le favole di tutto il mondo. In questo libro troviamo il racconto di un viaggio fatto negli anni 30 di Jeanne E. J. Pillet e del marito René Pottier nel Sahara. Nel loro percorso tra gli uomini blu del deserto ogni incontro da origine a una storia in una sorta di realismo magico per cui abbiamo “La gazzella dalle corna di smeraldo”, “Il principe dal turbante d’ argento”, “La grotta di madreperla”, “Il baule dai chiodi d’ oro”, “Il gigante dai capelli d’oro”, “Il principe che seminava rose” e “Il pastore delle stelle”, storie che ci fanno intravedere i miti e i costumi di questo popolo di nomadi che vivono, liberi da confini, in uno dei luoghi più inospitali della terra.

Da leggere non solo dai bambini ma anche da chi è affascinato dalla magia del deserto.

Copertina: Foto di Mary Campos da Pixabay

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