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AI e i Neanderthal

Tempo di lettura: 3 minuti

Qual è la cosa biologicamente più sensazionale dell’essere un essere umano dei giorni nostri? Essere l’unico animale al mondo presente con una sola specie, la “Sapiens”, e questo perchè tutte le altre si sono estinte.

E’ sempre stato così? No.

Fino a “circa” 13000 anni fa il pianeta Terra era popolato da diverse specie di “Homo”, la più famosa e conosciuta tra tutte queste altre specie era la “Neanderthal”. Una parola sul “circa”. Se avete letto il mio precedente articolo ricorderete come andando indietro nel tempo i ricordi si vedono sempre più sfocati e rari, fino a ricordare solo pochi fatti salienti. Ecco considerando un intervallo di tempo dai giorni nostri a 13000 anni fa il “circa” può essere più o meno 1000 anni… Chissà se ognuno di voi mentre sta leggendo questo articolo sta pensando a qual è per lui o lei, il fatto saliente degli ultimi 1000 anni che potenzialmente “rimarrà” e sarà una pietra miliare della storia umana al pari dell’estinzione delle altre specie “Homo”?     

Ci sono varie teorie evoluzionistiche che cercano di fare luce su cosa è accaduto sulla Terra che ha portato alla scomparsa di tutte le altre specie del genere “Homo”. In pratica la risposta ad uno dei più grandi e complessi quesiti della storia, ma cos’ha di così speciale l’essere umano dei giorni nostri, discendente dell’ “Homo Sapiens” di più di 13000 anni fa, per essere rimasto l’unico “Homo” al mondo?

Cosa sappiamo realmente di cosa è accaduto prima di 13000 anni fa, che ha portato all’estinzione delle altre specie? Purtroppo pochissimo, anzi la conferma che “Sapiens” e “Neanderthal” abbiano vissuto in contemporanea è relativamente recente. Solo nel 2010 infatti, con la completa analisi del genoma fossile dei “Neanderthal”, è stato possibile vedere come una percentuale bassa, ma variabile dei geni “Neanderthal”, sia presente negli esseri umani di oggi.

Per semplificare possiamo dire che, in ciascuno di noi, c’è un pezzo di “Neanderthal”.

Dal punto di vista fisico i “Neanderthal” e i “Sapiens” presentano delle differenze, le più conosciute sono il diverso sviluppo del torace e la forma del cranio, ma gli esperti nel studiare queste due specie non si sono fermati a questo aspetto.    

“Neanderthal” e “Sapiens”, le due specie di “Homo” che hanno coesistito durante il Paleolitico (da 2.5 Milioni a 10000 anni fa), adottavano approcci distinti alla caccia. I “Neanderthal” preferivano un approccio diretto e individuale, utilizzando la forza fisica e strumenti per cacciare a corta distanza. Al contrario, i “Sapiens” svilupparono strategie più elaborate basate sulla cooperazione di gruppo e sulla comunicazione. Grazie a una maggiore capacità di pianificazione e coordinamento, i “Sapiens” erano in grado di organizzare cacciate collaborative su prede più grandi e complesse. Queste differenze nella collaborazione e comunicazione durante la caccia riflettono le diverse strategie adottate dalle due specie per garantirsi il cibo e la sopravvivenza.

Alla base della crescita senza freni dei “Sapiens”, in tutti i continenti a discapito di tutte le altre specie di “Homo”, c’è stata la loro capacità di collaborare e comunicare insieme per raggiungere un fine comune: l’esistere e perpetuare la specie. Collaborazione e comunicazione, che sono temi molto attuali e che ci accompagnano nella vita lavorativa e privata di tutti i giorni, sono alla base della nostra essenza e della nostra unicità.

Comunicando e collaborando in questi ultimi 13000 anni in maniera sempre più evoluta e complessa siamo progrediti, fino ai giorni nostri, allo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

Vi lascio con una domanda… Chissà se, la creazione dell’intelligenza artificiale sarà o no la pietra miliare dei prossimi 1000 anni della storia dell’evoluzione umana, qualcosa di paragonabile all’estinzione dei “Neanderthal”?

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